11/05/2014 11:41
IL ROMANISTA (D.GALLI) - Il giorno delle grandi emozioni, dei grandi ritorni, e degli arrivederci confidando sul fatto che non si tratti di addii. Penultimo atto della stagione, ultimo atto all’Olimpico, la Roma oggi saluta i suoi tifosi in uno stadio colmo. Sono stati venduti 31 mila biglietti, abbonati compresi siamo intorno alle 55 mila presenze, c’è ancora posto in tribuna Tevere. Chi sta fuori si consoli: la partita sarà teletrasmessa un po’ in tutto il mondo. Il copione è il solito di fine campionato, dicono a Trigoria. Quindi giocatori in campo con i figli e squadra sotto ogni settore per una quasi scontata ovazione dell’Olimpico. «Vogliamo fare una bella partita, mi auguro che sia una bella festa per tutti, per i tifosi e la gente allo stadio», ha detto Garcia. Nel mirino c’è la possibilità di chiudere imbattuti a casa nostra e di impedire alla Juventus già campione di avvicinarsi alla soglia clamorosa dei 100 punti in classifica (gli basterebbe un pareggio a Roma, per poi battere in scioltezza un Cagliari da tempo in vacanza).
Grandi emozioni le proverà sicuramente Strootman, che torna a vedere la Roma dal vivo e nel frattempo continua a essere inondato di affetto. Ieri Kevin ha concesso la sua prima intervista in italiano, lo ha fatto a Roma Channel: «Sto bene. Ogni giorno va un po’ meglio - ha raccontato alla tv giallorossa - lavoro molto in palestra e in piscina e il ginocchio sta migliorando. Cosa mi hanno detto i compagni? Erano contenti, mi aspettano. Li ringrazio per il supporto, e ringrazio pure lo staff medico e quello tecnico. E grazie anche a tutti i tifosi della Roma». Sarà il punto di forza di una squadra che la prossima stagione proverà ad avere un ruolo da protagonista anche in Champions, competizione che a Kevin manca: non l’ha mai disputata. «Finalmente potrò giocarla. Sono felice per il club e per i nostri tifosi». Quando gli viene chiesto quale sia stato il momento più bello in campionato, risponde così: «Le dieci vittorie, ma anche il gol contro il Napoli. Poi ho vinto il mio derby contro la Lazio». Strootman ha una certezza. «Sì, il prossimo anno siamo pronti per lo scudetto». Meno certezze ci sono invece sulla permanenza di Pjanic, combattuto dalla volontà della Roma di trattenerlo e dalle lusinghe di qualche grande club straniero che si è rifatto sotto direttamente con l’entourage del centrocampista, bypassando (per adesso) la Roma. Miralem chiede 4 milioni netti a stagione, che lordi significherebbero un esborso per la società di circa 6 milioni l’anno.
La questione è semplicissima. Se la Roma rinnova a queste condizioni, potrebbe poi essere costretta ad alzare l’asticella per altri elementi di punta, vanificando così l’effetto benefico dei proventi di Champions. La società ha fatto una controfferta molto importante. Sta a Pjanic decidere cosa vuole fare da grande: o resta in un club in ascesa nel panorama europeo, con notevoli ambizioni, oppure se ne va e se ne va a cifre che non saranno mai i 12 milioni ventilati ieri dagli spagnoli di "Mundo Deportivo" ma nemmeno più i 30 che uno si aspetterebbe per un talento del calibro di Pjanic. A Trigoria sostengono che non si sia parlato di questo ieri, nel corso di un incontro presso lo studio legale Tonucci al quale hanno preso parte il presidente Pallotta, uno dei suoi soci più stretti come Alex Zecca - entrambi saranno oggi in tribuna all’Olimpico - il CEO Zanzi e il suo braccio destro italiano Baldissoni. C’era anche lo stratega Sean Barror, e questo lascia intuire che i temi affrontati fossero davvero di marketing e merchandising, come fanno sapere dalla società. Il ds Sabatini li ha raggiunti in un secondo momento. Per un saluto, dicono. E magari - chissà - per una battuta di mercato su Pjanic, che in un contesto del genere ci può anche stare. Una battuta, solo quello, perché la linea è chiara e ieri l’ha sintetizzata alla perfezione Garcia: «Il futuro di Miralem? Lui vuole rimanere e il presidente lo vuole tenere, penso che alla fine si troverà un compromesso». Oggi però non conta il mercato, oggi si punta ad altro, oggi ci si batte per altro, oggi si canta altro. Oggi si lotta per i 3 punti e si canta comunque. Oggi si canta Grazie Roma.