06/05/2014 09:25
LA REPUBBLICA (F. TONACCI) - «Non bisogna trattare con i facinorosi — dice il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano — le società calcistiche rompano i legami con questi aggregati che vengono chiamate tifoserie». Due giorni dopo i fatti della Coppa Italia, la sparatoria prima della partita, poi la trattativa o presunta tale con il capo dei Mastiff napoletani Genny ‘a carogna, lo Stato reagisce. E lo fa con i suoi massimi vertici. Napolitano parla dall’Auditorium di Roma, durante una mostra sulla Nazionale: «Quanto abbiamo visto è il segno di una crisi morale, di valori e di comportamenti». E poi: «Sono vicino alla vedova Raciti, come tutti gli italiani onesti». Il premier Matteo Renzi, che era all’Olimpico sabato scorso, sceglie il salotto di Porta a Porta per dire che «le istituzioni non lasciano il calcio a Genny a’carogna».
E però, nel sottolineare come «parlare con gli ultras sia stato un errore», di fatto ha ammesso che un qualche dialogo con i capi ultras c’è stato. Polemiche a parte («è scandaloso usarle a fini elettorali, siamo circondati da sciacalli che si buttano per lucrare due voti», ha ribadito il premier), il governo ha annunciato che tra giugno e agosto saranno convocate le società di calcio per introdurre un nuovo principio: «Dovranno prendersi cura del pagamento dell’ordine pubblico durante le manifestazioni». Per ora si ragiona sul breve termine. Il Viminale sta lavorando a un provvedimento, che potrebbe approdare al Consiglio dei ministri già la prossima settimana: prevede che il Daspo (il provvedimento che impedisce ai violenti di entrare negli stadi) venga raddoppiato per i recidivi, aumentando i reati per i quali si può applicare. Misure che andranno ad aggiungersi a quelle elaborate dalla task force composta da esperti dell’Interno («Va rilanciata l’idea del Daspo a vita», sostiene il ministro Alfano) e del mondo del calcio che partiranno in via sperimentale all’inizio del prossimo campionato. Sul caso è intervenuto anche il presidente del Coni Giovanni Malagò: «È imbarazzante la reiterazione di quello che avviene negli stadi: significa che o non si è fatto nulla o lo si è fatto male». Intanto migliorano le condizioni di Ciro Esposito, il giovane napoletano ferito alla colonna vertebrale. È piantonato al Policlinico Gemelli, perché da ieri è in stato di fermo con l’accusa di rissa. «Mio figlio rischia la vita perché gli hanno sparato — si arrabbia la mamma, Antonella Leardi — e scopro che viene trattato come un delinquente».