19/05/2014 11:45
IL ROMANISTA (D. GALLI) - «Qui mi trovo benissimo, ho prolungato perché possiamo puntare in alto con questo bel progetto». Poi lo ridice. Ripete il concetto. Per rafforzarlo. «Con questa squadra possiamo vincere, per questo ho scelto di rimanere qua». Per questo Miralem Pjanic ha scelto di rinnovare il contratto, di non cedere alle lusinghe di qualche grande club europeo che magari (chissà) si era fatto vivo col suo entourage e non con la società. Acqua passata. Nel giorno in cui la Roma perde a Genova, i romanisti conquistano una certezza: il Genio di Tuzla si dona completamente alla Roma, ha firmato non solo per un sentimento ma anche per una convinzione. Quella di giocare in una squadra forte che Sabatini, Baldissoni e Garcia si preparano a rendere ancora più forte. Queste sono le sue parole, questo è quello che spiega Pjanic in un’intervista resa a Sky Sport: «La Roma è una bellissima esperienza per me. Prima di arrivare non conoscevo niente, non sapevo come fossero i tifosi. La mia scelta è sempre stata tecnica, quando sono arrivato società e mister mi volevano assolutamente. Mi trovo benissimo, ho prolungato perché possiamo puntare in alto con questo bel progetto. Abbiamo cercato di raggiungere la Juve ma complimenti a loro che hanno fatto un campionato fantastico. Con questa squadra possiamo vincere, per questo ho scelto di rimanere qua». Sabatini, Baldissoni, Garcia.
Non esistono dicotomie, non c’è un tecnico che dà le dritte a diesse e diggì, Rudi è semmai la perfetta sintesi sul campo di un lavoro continuo, incessante, che spesso si svolge dietro le quinte, sulle scrivanie. Piena dimostrazione è un passaggio dell’intervista di Baldissoni prima di Genoa-Roma. Il dg condivide la decisione dell’allenatore di lasciare a casa molti dei protagonisti di questa eccelsa stagione per dare spazio alla mejo gioventù, all’oro della Primavera di Alberto De Rossi. «Come è nata la scelta di far riposare i nazionali? È stata una scelta opportuna di Garcia», chiarisce Baldissoni. Che poi aggiunge: «Togliendo un peso dalla testa dei ragazzi che potevano essere impensieriti da un infortunio, diamo spazio a chi può dare il massimo. Se Destro sarà anche nei ventitré per il Brasile? Se decidessimo noi lo sarebbe. Ma non facciamo noi le convocazioni». Il dg non chiude del tutto le porte del futuro a Taddei. «Dobbiamo ancora decidere. Rodrigo è in scadenza. Come tutte le altre situazioni, verrà discussa al più presto». Baldissoni non chiude a Taddei, e figuratevi a Totti: «Finché esprime quello che può esprimere, è difficile lasciarlo fuori. Ogni allenatore dimostra di non poterci rinunciare». Totti è il caposaldo. Come lo è Benatia, come lo è Strootman, come lo è De Rossi. Come lo è Pjanic. Come lo è diventato a gennaio Nainggolan, che con molta onestà ammette il calo psicologico: «Abbiamo un buon organico per ricominciare l’anno prossimo e per ripartire dai momenti belli. La testa ha ceduto un pochino, perché sapevamo di non poter recuperare la Juventus. La rosa ha dimostrato di saper fare un ottimo campionato. Oggi (ieri, ndr) abbiamo giocato con tanti giovani e tanti giocatori che avevano giocato di meno, abbiamo fatto un buon primo tempo ma nel secondo abbiamo mollato». Amen.