Pjanic, sale la pressione

11/05/2014 11:39

IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - James Pallotta, ieri intorno all’ora di pranzo, accompagnato dal fido Alex Zecca e da Sean Barror, direttore commerciale della Roma, ha raggiunto lo dove ad aspettarlo c’erano il Mauro e il Italo Zanzi. Più tardi al gruppo si è unito anche il ds . E così, intorno a un tavolo, si è radunato tutto lo stato maggiore della Roma. Per programmare il futuro del club, rinnovi di contratto compresi, alla luce della qualificazione per la . Ma non solo: il gruppo di lavoro si è occupato anche di sponsor, marketing e di stadio. Intorno alle 15 e mezza, il gruppo si è spezzato in due tronconi: Pallotta e i suoi collaboratori statunitensi sono rimasti in centro, , e Barror sono andati a Trigoria dove, tra gli altri, c’era .

Che, a proposito di , durante la conferenza-stampa delle 13,15 era stato eloquente, e sicuro: «Lui vuole restare, il presidente vuole tenerlo e quindi credo che verrà trovato un compromesso», il virgolettato del francese. Rudi continua a essere quanto mai fiducioso sulla permanenza di a Roma («Ho parlato con lui, so quello che vuole»). Chissà. Non v’è dubbio che l’argomento sia stato al centro della riunione dello stato maggiore della Roma. Il presidente Pallotta arrivando venerdì mattina a Ciampino era stato chiaro («Dipende da lui»): come dire, la nostra offerta l’abbiamo fatta, è un’offerta importante ora tocca al giocatore. «Chi ha detto che Mire andrà via martedì?», ha detto ancora , come se volesse, a nome della società, minacciare una sorta di muro contro muro tra le parti.

Il club, è noto, è intransigente anche perché sa che firmare un contratto oltre il tetto dei 3,2 milioni netti l’anno stuzzicherebbe il desiderio di altri giocatori ( e Gervinho su tutti) di rivedere i loro accordi. E a Trigoria si vuole evitare accuratamente il rischio di un effetto domino. La Roma vuole confermare , ma aspetta un segnale anche dal giocatore; intanto sta lavorando per colmare parte della differenza tra offerta e richiesta attraverso i diritti di immagine che verrebbero lasciati al bosniaco. Ma il nodo premio è quello più complicato da sciogliere. Oggi allo stadio dovrebbe esserci Michael Becker, l’agente di (che secondo alcune fonti già ieri avrebbe incontrato ) con il potente padre di . La sensazione è che siano ore decisive per il futuro (o meno) di a Roma.

STILE FERGUSON
Se il rinnovo del bosniaco tarda ad arrivare, quello di – materialmente – non è stato ancora affrontato. Intanto il francese, che non ha fretta, continua a spedire messaggi di assoluta serenità alla società.
«Sono l’allenatore della Roma e sono fiero di essere qui. Ho sentito parlare Pallotta: sarebbe un onore restare qui a lungo e vincere la metà di quello che ha vinto Ferguson», il suo intervento sull’argomento nella conferenza-stampa. In questo caso, il discorso rinnovo appare molto più semplice rispetto a : contratto fino al 2017, stipendio raddoppiato (2,5 milioni netti) e tutto a posto.