17/05/2014 10:48
IL FATTO QUOTIDIANO (L. PISAPIA) - Anche Joseph Blatter cambia verso. Con una smentita di sue precedenti dichiarazioni che nasce da una precisa strategia politica. Intervistato dalla televisione svizzera RTS, il presidente della Fifa ha infatti detto: “Assegnare i Mondiali al Qatar è stato un errore, ognuno fa degli sbagli nella vita”. Il motivo addotto da Blatter non sono state le pesantissime accuse di corruzione che pesano sul voto del dicembre 2010, quando a sorpresa il paese del Golfo ottenne l’assegnazione dei Mondiali del 2022, e che ha già mietuto importanti vittime come i potentissimi ex presidenti del calcio centro e nord americano Jack Warner e asiatico Bin Hammam. Nemmeno le scandalose condizioni di lavoro prossime alla schiavitù cui sono costretti i migranti che lavorano alla costruzione degli impianti dell’emirato. No, Blatter ha detto che è stato un errore: “Le perizie tecniche hanno chiaramente evidenziato come d’esta - te nel Paese le temperature siano troppo elevate”. Giocare in inverno, poi, imporrebbe una rivoluzione insostenibile di campionati e Coppe europee.
MA È NELLA FRASE detta dopo che si cela la ragione del dietrofront di Blatter (contro il quale ieri si è scagliata anche la presidente brasiliana Dousseff: “Levatemi dalle costole Blatter e Valcke! Le opere sui trasporti urbani non sono per il Mondiale, ma per le città”), quando il boss della Fifa ha parlato di generiche pressioni francesi per l’assegnazione del Mondiale al Qatar, dichiarazioni che hanno mandato su tutte le furie il ministro degli Affari esteri transalpino: “Le accuse del presidente sono senza fondamento, la designazione di un Paese dipende dalla stessa Fifa, che l’ha proposta e votata attraverso il suo comitato esecutivo”. Non è un mistero infatti la famosa cena che precedette quell’assegnazione tra l’ex premier Sarkozy, l’attua - le emiro Tamim bin Hamad Al Thani (figlio dell'allora regnante Hamad bin Khalifa Al Thani), e il presidente della Uefa Michel Platini. Da allora il Qatar cominciò a investire in Francia: investimenti immobiliari dalle banlieue al centro di Parigi, acquisti di Airbus e un prepotente ingresso nel calcio transalpino della Qatar Sport Investments (QSI) attraverso l'acquisto del Psg e dei diritti televisivi tramite Al Jazeera.
A condire tutto ciò, l’assunzione di Laurent Platini, figlio di Michel, proprio in una società controllata dalla QSI. Ecco l'importanza della non tanto velata accusa alla Francia. Il mese scorso, infatti, Blatter aveva ammesso di pensare a una sua ricandidatura alla presidenza della Fifa nel giugno 2015, alla scadenza del suo attuale quarto mandato, e ieri lo ha confermato di nuovo. Candidati semiufficiali sarebbero dovuti essere l’attuale vicepresidente Jeffrey Webb e l’ex segretario generale Jerome Champagne, ma era un segreto di Pulcinella che in realtà a sfidarsi sarebbero stati proprio Blatter e Platini. Ex delfino di Blatter, alle scorse elezioni del 2011 Platini non si candidò dietro la promessa di successione nel 2015, ma capita l’antifona è cominciata una guerra non troppo sotterranea tra i due contendenti. La mossa del cavallo di Blatter dunque è quella di scaricare tutto il peso dell'assegnazione dei Mondiali del 2022 in Qatar –per cui Blatter in realtà si adoperò attivamente –e le enormi magagne che sono sotto gli occhi di tutti, sulle spalle del suo avversario Platini. Cambiare verso è strategia da campagna elettorale, non solo in Italia.