12/05/2014 11:21
IL TEMPO (E. DELLAPASQUA) - Allentata la tensione per possibili vendette degli ultrà napoletani restano le polemiche sul «caso Speziale» dopo che il padre di quest’ultimo, condannato a otto anni per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, ha querelato per diffamazione a mezzo stampa la moglie dell’agente, Marisa Grasso: «La querela della famiglia di Speziale alla vedova Raciti è un insulto non solo alla morte di Filippo ma a tutta la polizia», ha commentato Gianni Tonelli, segretario del sindacato Sap che sta valutando la possibilità di costituirsi parte civile.
Ieri pomeriggio, sul fronte della sicurezza, è filato tutto liscio. Dopo gli scontri per la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, l’ultimo match casalingo della Roma coi bianconeri si è giocato in un Olimpico blindato: 2.500 agenti schierati dalla questura, mille in più rispetto agli standard, e oltre 500 steward impegnati tra gli ingressi e all’interno dello stadio, obiettivo evitare i contatti tra tifoserie e soprattutto massima attenzione sulla possibilità che gruppi di infiltrati napoletani potessero cercare la vendetta in curva.
L’affluenza, considerate le aspettative - 55mila persone - è stata contenuta, i pullman di juventini sono stati scortati senza criticità fino allo stadio. L’arrivo ed il deflusso dall’Olimpico si è svolto, così, senza particolari problemi in tema di ordine pubblico. Sullo sfondo resta, il palleggio di accuse che si trascina dalla finale di Coppa Italia, quando Gennaro De Tommaso ormai più noto come «Genny ’a carogna» ha indossato la maglietta con scritto «Speziale libero»: «Se la famiglia di Raciti accetterà - ha continuato Tonelli - promuoveremo una raccolta fondi tra i nostri iscritti per esprimerle concreta vicinanza e solidarietà, valuteremo se sarà possibile costituirci parte civile e chiederemo un risarcimento che devolveremo ai parenti delle vittime del terrorismo, della mafia e della criminalità».