11/05/2014 12:08
LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Poteva essere la sfida decisiva per assegnare lo scudetto. A sette giorni dal trionfo bianconero, invece, Roma- Juventus rimane spogliata di ogni significato sportivo, segnata semmai dal timore di nuove tensioni intorno all’Olimpico: sarà la prima sfida sentita anche dalle due tifoserie nello stadio che solo una settimana fa si leccava le ferite dopo lo scempio della finale di Coppa Italia. La polizia non segnala scenari pericolosi all’orizzonte, eppure sulle strade della sparatoria che ha riacceso discussioni furiose sulla violenza ultrà si incontreranno a otto giorni di distanza altre due fazioni di sostenitori rivali, non solo in campo, come romanisti e juventini. Sessantamila anime attese sulle tribune romane, con più di mille tifosi bianconeri arrivati da tutta Italia: elementi sufficienti ad alimentare il rischio — segnalato anche dall’Osservatorio del Viminale — di nuovi incidenti.
Inevitabile allora che l’allerta sicurezza sia tenuta in altissima considerazione dalle istituzioni e dalle forze dell’ordine. In campo invece la Roma vorrebbe dimostrare di non essere inferiore alla Juventus campione con 3 giornate di anticipo: «Ma c’è una classifica che indica i valori delle squadre, e io sono uno che la rispetta», sostiene Rudi Garcia. Una mano tesa ai rivali, prima di tornare a pungere il collega-nemico Antonio Conte: «Chi fa 96 punti non può che essere un buon allenatore, non c’è dubbio, ma non mi piacciono le sue polemiche ». Dalla parte opposta il silenzio del vincitore: la Roma aveva pensato anche di onorare i campioni offrendogli una passerella sul prato dell’Olimpico. Idea però ritenuta non troppo opportuna dalle parti di Trigoria. Anche per motivi di sicurezza.