01/06/2014 10:58
GASPORT (A. PUGLIESE) - Il prezzo l’ha fissato direttamente Walter Sabatini, «61 milioni, se qualcuno vuole Benatia». In realtà la Roma si metterà a tavolino anche per meno, se poi ci sarà la voglia di vendere Mehdi. A sentire ieri il d.s., potrebbe anche non essere così. «C’è questo Sissoko, il suo agente, un menestrello in cerca di una corte che lo alberghi che ha fissato il prezzo: 30 milioni. Quelli valgono per il piede sbagliato di Mehdi, il sinistro, che non è un pennello che dipinge come il destro. Che vale almeno un milione in più, 31. Chi ha offerto così tanti soldi a Benatia deve quindi presentarsi con 61 milioni, a meno è incedibile. Ma non possiamo aspettare che si sedimentino i pensieri, in quel ruolo prenderemo un titolare. Il mercato? Sarà sofferto, ma non c’è la necessità di fare cassa come lo scorso anno, una stagione drogata dalla “partitella amichevole” del 26 maggio... (la finale di Coppa Italia con la Lazio, ndr)».
Scivoloni Nella conferenza di fine stagione, Sabatini (premiato poi a Soriano nel Cimino con il premio Calabrese, premio alla carriera) si lancia in difesa di Benatia. «Non va demonizzato, merita rispetto per i suoi solidi principi. È stato vittima di un equivoco: parla di promesse disattese, ma non è così. È vero, quando firmò aveva offerte migliori e gli promettemmo un adeguamento, ma è una questione di misure: noi pensavamo una, lui l’altra. Siamo nel giusto noi e gli abbiamo offerto 3-400 mila euro in più, con la promessa di un ulteriore aumento in caso di risultati positivi. Somma ridicola? È stato uno scivolone dialettico. Di Mehdi è in vendita solo lo stato d’animo, che possiamo cedere solo in comproprietà». Ora, però, bisognerà vedere come reagiranno Mehdi e lo stesso Sissoko alle parole del d.s..
Totti e lo scudetto Sabatini ha fissato i paletti per la prossima stagione. «La Roma deve giocare per lo scudetto. Per questo cercheremo di migliorare la squadra, ma non sarà facile. Raddoppieremo tutti i ruoli, anche triplicandoli». Il che vuol dire almeno 5-6 acquisti: monitorati in difesa Gardos (Steaua) e Samuel (sarebbe un ritorno suggestivo), a centrocampo Keita (ex Valencia), davanti Cerci e Iturbe. «Ci interessa, ho ricevuto la visita di uno dei suoi tanti agenti (Mascardi, ndr), è un’operazione complessa. Destro? Resterà, deve migliorare alcuni aspetti nel carattere e nelle prestazioni, ma ha fatto 13 gol in 18 partite. Cerchiamo un attaccante esterno, anche perché davanti c’è un totem come Totti, che il suo spazio lo avrà ancora, in virtù di un cambiamento verso squadra e società. È una dimensione nuova». Come dire, Totti (che venerdì ha girato uno spot all’aeroporto di Fiumicino) si fida di più di noi. «E ne sono orgoglioso».
Rudi e Pallotta E allora la chiusura non poteva che essere su Rudi Garcia, che ha rianimato la Roma e ha rinnovato fino al 2018. «La sua sfera di competenza non si allargherà, anche perché ha già un compito molto difficile come quello di allenare la Roma, a cui si dedica 10 ore al giorno. Non ci sarà un uomo solo al comando, una pretesa che gli attribuiremmo anche. Ma deve pensare ad allenare». Niente Garcia alla Ferguson, dunque, come voleva Pallotta. «Siamo più avanti di quanto ci aspettavamo, l’obiettivo è essere sempre più internazionali», ha detto il presidente. Che ha incontrato a Boston il sindaco Ignazio Marino. Lo stadio, del resto, è la base di tutto.