10/06/2014 10:09
IL ROMANISTA (V. META) - Ci salva sempre lui. Il giorno dopo l’amichevole con la Fluminense, ultimo test prima del debutto di sabato contro l’Inghilterra, a tenere banco sono le prodezze dei ragazzi di Zeman, eppure l’unica cosa buona del preoccupante impianto difensivo di Prandelli l’ha fatta - tanto per cambiare - Daniele De Rossi. Nello stadio della Rio de Janeiro bene è subentrato a metà ripresa e ci ha messo poco a dimostrare, casomai qualcuno avesse ancora dei dubbi, che questa Nazionale non può fare a meno di lui. Salvataggio a due passi dalla porta, essenziale, efficace. Come a dire, di figuracce ne abbiamo già fatte abbastanza. In fondo il miracolo sull’orlo dell’abisso ce l’ha nelle corde tanto quanto il gol: alzi la mano chi al derby d’andata non ha visto (non temuto, visto) la replica del 26 maggio. Solo che stavolta a cambiare il finale è intervenuto De Rossi, materializzatosi in area piccola giusto in tempo per far sparire il pallone dai piedi di Lulic. "No pasarán", sembrava urlare quando si è rialzato. La Flu non era un derby e non è nemmeno l’Inghilterra, per venire a capo della squadra di Hogson (con il morale altissimo, pare, nonostante gli acciacchi di Rooney) servirà molto di più. Ma se Prandelli cercava delle risposte, le ha avute e anche piuttosto chiare: le riserve d’attacco vanno meglio dei titolari (con Balotelli in campo l’Italia nel 2014 non ha mai vinto e fino a una settimana fa col Lussemburgo non aveva nemmeno mai segnato), arrivano gli ex ragazzi di Zeman e si portano dietro cinque gol tutti insieme.
Ciro Immobile e Lorenzo Insigne sono tornati a giocare uno accanto all’altro due anni dopo l’indimenticabile stagione di Pescara e hanno dimostrato di non aver perso il vizio. Meno bene il centrocampo, dove Aquilani (capitano di giornata) non ha brillato, Thiago Motta ha fatto rimpiangere sia Pirlo sia Verratti, mentre Parolo, propositivo in fase di costruzione, ha sofferto parecchio in copertura. Tutte in difesa le note preoccupanti, a cominciare dal bruttissimo errore di Perin per finire con le amnesie di Abate e Ranocchia. Cose che succedono, non fosse che nelle ultime uscite pure i titolari non è che avessero convinto poi tanto. «Non giocherò con il doppio centravanti » ha dichiarato Prandelli nella lunga conferenza stampa di ieri. Ergo, o Balotelli o Immobile ed è molto difficile pensare che a stare fuori possa essere il milanista. «Che indicazioni ho tratto dalla gara con la Fluminense? Che in questa squadra tutti possono essere titolari». Quanto agli errori individuali, «vanno accettati, ma se prendi tre gol devi cercare di capire. Comunque l’importante da adesso in poi è non compiere più errori di concetto. Questa è una squadra che ha nelle gambe, nel serbatoio, la possibilità di arrivare fino in finale». Tornata in campo ieri pomeriggio, da oggi l’Italia andrà avanti al ritmo di due allenamenti al giorno fino a venerdì, quando dopo la seduta mattutina è in programma il volo che porterà gli azzurri nella temuta umidità amazzonica di Manaus. I giochi sono finiti.