10/06/2014 10:04
IL ROMANISTA (V. META) - Sul campo dove di solito le sue urla sono un collaboratore aggiunto per Garcia adesso ci sono i lavori, eppure con il pensiero Morgan De Sanctis è già lì, fra i pali, a dare ordini alla sua difesa. Poteva starci lui in Brasile a far stare tranquillo Buffon adesso che Sirigu è acciaccato, ma alla Nazionale aveva detto addio nel 2013 e Prandelli non ha fatto niente per farlo tornare indietro. Per tipi come lui le vacanze sono più che altro un modo per impiegare diversamente le energie attinte al solito pozzo senza fondo, ma per la testa la nuova stagione è cominciata un attimo dopo la fine di quella passata. Finale di stagione passato da spettatore, per via dell’infortunio al gomito che l’ha costretto all’intervento chirurgico e che ha permesso a chi non lo conosceva di farsi un’idea di Lukasz Skorupski. Un’idea piuttosto positiva, peraltro. «Il mio erede è lui - lo ha designato De Sanctis parlando a Sky - Ha dimostrato il suo valore quando è stato chiamato in causa. C’è un programma della società, l’anno prossimo credo che verrà impiegato più spesso e questo gli permetterà di far vedere quanto vale. La Roma ha il futuro in casa e io darò una mano a Skorupski per aiutarlo a dimostrare tutto il suo valore nel momento in cui verrà chiamato in causa».
Le voci di mercato, ultima quella proveniente dalla sponda City di Manchester, dicono che mezza Europa è innamorata di Mehdi Benatia, eppure De Sanctis non ha paura di dover fare a meno del compagno di reparto: «Su Benatia credo abbia già detto tutto il direttore Sabatini - ha detto - In questa vicenda ha stonato l’eccessiva chiacchiera che c’è stata da parte di tutti, quindi mi guardo bene dall’aggiungere altro». Ergo, chi vuole Mehdi prepari un assegno da sessantuno milioni di euro, altrimenti non si muove. Capitolo Mondiale. Con Sirigu acciaccato al punto da costringere Prandelli a portare in Brasile la riserva Mirante, con Perin che contro la Fluminense ha pagato il debutto assoluto in Nazionale con uno di quegli errori che un allenatore non vorrebbe mai vedere, più di qualcuno adesso rimpiange la sua auto esclusione dal giro azzurro: «Il Mondiale? Ho lasciato la Nazionale a marzo dello scorso anno, quando ho fatto una scelta che si è rivelata corretta. L’Italia nel mio ruolo è ben coperta, in primis da Buffon e poi anche da altri ragazzi». Le partite se le guarderà in tv, magari con il telefono a portata di mano per qualche messaggio al compagno di Roma De Rossi, unico azzurro convocato dell’unica squadra in grado di tenere testa alla Juve fino a due giornate dalla fine del campionato. «All’interno del gruppo c’è grande consapevolezza di poter fare un ottimo Mondiale - chiude De Sanctis - e sarà fondamentale partire bene sabato con l’Inghilterra. L’Italia potrà fare bene perché, una volta superata la fase a girone, potrà essere pericolosissima per tutte. Spagna, Germania, Argentina e Brasile hanno qualcosa in più delle altre, ma ci potranno essere delle sorprese». Morgan non lo dice, ma per gente come lui i Mondiali in tv sono un diversivo aspettando di ricominciare. Il conto alla rovescia verso il 15 luglio è già scattato.