08/06/2014 11:20
GASPORT (A. SACCHI) - I tifosi italiani si aspettano molto dagli azzurri. La domanda che mi fanno con più frequenza è: «Vinceremo il Mondiale?». Una domanda poco comprensibile se pensiamo alle difficoltà che i nostri club patiscono a livello internazionale nonostante la presenza di calciatori stranieri di valore.
Una speranza giustificata dall’amore o forse da quello che questi ragazzi hanno saputo fare. Infatti se il futuro non si può prevedere, il passato si conosce: gli uomini di Cesare Prandelli sono vice campioni d’Europa , si sono qualificati con ampio anticipo ed hanno perso solo dalla Spagna. Purtroppo raggiunta la qualificazione l’Italia ha tirato i remi in barca, come è tipico delle nostre squadre che raggiunto l’obiettivo perdono gioia e motivazioni. Tuttavia gli azzurri hanno dimostrato fino ad oggi di meritare fiducia e rispetto. Dispiace per le dichiarazioni degli esclusi ma serviranno da propellente, perché diamo il massimo quando siamo sollecitati da critiche e polemiche. Sicuramente questa serie di pareggi, il girone di ferro, la pericolosa Inghilterra come primo rivale hanno contribuito a creare dubbi e tensioni che però aumenteranno determinazione e spirito di squadra.
Questi ragazzi hanno ridato vigore al calcio italiano in un momento brutto e credo che sapranno trasmettere un’immagine positiva. E anche gli sportivi e la critica dovrebbero fare un salto di qualità chiedendo soprattutto impegno, serietà e un gioco emozionante. Questo ci aiuterà ad uscire dalla fama di «catenacciari » che purtroppo ci hanno affibbiato nel mondo. Pelè alcuni anni fa mi disse: «Giocate come 40 anni fa, avete buoni calciatori ma praticate un football difensivo e antico». Bisogna capire che le vittorie non sono sufficienti se non sono accompagnate dal merito, e solo in questo caso rimangono nella mente e nella gratitudine delle persone. E’ l’unica strada per una crescita culturale e sportiva.
Un discorso a parte merita Prandelli. Le ultime critiche non devono stupire, nessun c.t. ne è stato esente ma in questo caso sono inopportune e non premiano la serietà e la capacità dimostrate. Le scelte appartengono all’allenatore che per conoscenza e visione quotidiana sa quello che nessun altro può sapere. Cesare ha mostrato al mondo una squadra azzurra più vicina ai livelli del calcio internazionale, tanto che i risultati sono stati superiore a quelli dei nostri maggiori club. Gli azzurri hanno un buon possesso palla con una manovra fluida e piacevole. Forse in fase di non possesso devono migliorare il pressing, le chiusure e i collocamenti preventivi. Tuttavia lo sforzo che sta facendo il c.t. per uscire dalla ortodossia italiana, pur nel poco tempo a disposizione, merita le migliori fortune e la riconoscenza di tutti. In bocca al lupo azzurri.