04/06/2014 20:44
SETTE - Il Ct della Nazionale, Cesare Prandelli, ha rilasciato un'intervista al settimanale, in edicola venerdì prossimo, in cui ha parlato delle prospettive degli azzurri nell'imminente Mondiale. Ecco di seguito alcune anticipazioni delle sue dichiarazioni:
«Non siamo i più forti. Ma possiamo battere i più forti. Il Brasile è davvero formidabile. Davanti fa paura, il centrocampo è solidissimo, la difesa forse un pò meno. Poi Germania, Spagna, Argentina. Siamo troppo polemici e divisi. Ma a volte nella polemica troviamo un surplus di forza e di convinzione. Reagiamo solo dopo aver toccato il fondo. Non siamo un popolo da circostanze ordinarie. La mia Nazionale è come il Paese: si carica in mezzo alle polemiche e può battere anche i rivali più forti».
Il ct si è posto il grande obiettivo e problema di recuperare il rapporto tra la Nazione e la Nazionale: «Mi aveva colpito vedere la grande squadra di Lippi, i campioni del mondo, fischiata senza motivo. Ci siamo posti il problema di ristabilire il rapporto con la gente. Non ci ha pesato, anzi, ci ha arricchito andare a giocare a Quarto e a Rizziconi, su campi sequestrati alla criminalità, o in Emilia dopo il terremoto. Ne ho sempre discusso con i ragazzi, e loro sono venuti volentieri. Anche ad Auschwitz».
Sul suo carattere, alla provocazione di essere considerato un buono, Prandelli ribatte: «Nulla è più ridicolo di indossare un abito che non è il tuo. Ognuno ha il proprio carattere. Carlo Ancelotti ha allenato e vinto in Italia, in Francia e in Spagna senza cambiare il suo. Io sono molto esigente con i miei giocatori. Si può essere rispettosi e insieme esigenti».
Su quali siano i leader della Nazionale italiana elenca: «Chiellini, che è riuscito a conciliare lo sport e lo studio, ha un carattere molto forte. Pirlo e Buffon, i veterani: passate le cento partite, interpretano ancora la maglia azzurra con l'emozione e l'impegno dell'esordiente. Tra questi anche De Rossi».
Secondo Prandelli bisogna responsabilizzare i giovani che «hanno perso capacità di sacrificio e fiducia nel futuro, non hanno il senso della sofferenza. Ma la colpa è di noi genitori che li abbiamo viziati troppo» e anche i calciatori sono viziati, «a volte diventano un pò troppo personaggi».
Sulla tensione alla quale i giocatori sono sottoposti e se Balotelli riuscirà a sopportarla risponde: «è fondamentale trasmettergli il senso che non è l'unico responsabile di quel che accade» e alla domanda se sia vero che quando arbitra in allenamento a volte fischia apposta falli che non ci sono, risponde: «Sì. I calciatori devono abituarsi a tutte le situazioni possibili, anche a subire torti».