17/06/2014 22:45
ASROMA.IT (T. RICCARDI) - Il 17 giugno 2001 è Il 17 giugno per qualsiasi tifoso della Roma. Quello con la “I” maiuscola. È il ricordo del terzo scudetto, della vittoria all’Olimpico contro il Parma per 3-1. Di un titolo conquistato dopo 34 giornate con un record di punti: 75. È il ricordo di una squadra straordinaria, con Samuel baluardo difensivo, Cafu e Candela sugli esterni, Tommasi instancabile cursore di centrocampo, Batistuta capocannoniere (20 gol), Totti capitano, ispiratore e allo stesso tempo ottimo realizzatore (13 reti). Loro, ma anche tanti altri: da Aldair a Montella passando per Emerson e Nakata. È la cronaca di un trionfo annunciato prima dell’inizio del campionato dal tecnico Capello: “Quest’anno siamo i più forti, dobbiamo vincere, non abbiamo alibi”, disse in una delle prime conferenze stampa della stagione.
Più forti di tutti, anche della Lazio di Eriksson e Veron che un paio di mesi prima si era aggiudicata il tricolore. Una gioia che fece impazzire una città intera, con bandiere e festoni per tutte le vie della Capitale. Una gioia incredibile, anche questa con la “I” maiuscola, che cancellò una delusione altrettanto grande 50 anni prima. Esattamente 50 anni prima. È il 17 giugno del 1951, allo stadio Torino di Roma si gioca Roma-Milan. I rossoneri sono già campioni d’Italia mentre i giallorossi sono nei guai perché hanno l’ultima occasione per evitare la retrocessione: devono vincere, ma allo stesso tempo sperare che il Napoli degli ex romanisti Amadei e Krieziu batta il Padova e che il Genoa esca sconfitto dalla gara con l’Inter. La Roma è allenata da Guido Masetti (il “primo portiere” dello scudetto ’41-’42) e si presenta in campo con Risorti, Eliani, Cardarelli, Andersson, K. Nordahl, Venturi, Sundqvist, Spartano, Zecca, Merlin, Tre Re.
Il primo tempo finisce a reti bianche, stessa cosa pure a Padova, mentre l’Inter sta prendendo il largo sul Genoa. Nella ripresa, la Roma passa in vantaggio dopo 2 minuti con un autogol di Tognon: bello, ma allo stesso tempo amaro. In veneto i biancorossi si sono portati avanti un minuto prima con Martegani. Intanto, il Milan non ci sta e al 15’ pareggia i conti con un gran gol di un altro Nordahl, Gunnar. Una doccia gelata per i sostenitori della Lupa. Una sensazione di vuoto, disperazione, che dura fino al 34’ quando la Roma torna in vantaggio con Tre Re, difensore centrale prestato all’ala sinistra per il finale del campionato. È il gol del 2-1 e tutti pensano sia quello della salvezza. Proprio così, un radiocronista diffonde una notizia che fa presto ad arrivare al direttore sportivo Biancone: il giornalista informa che l’Inter sta stravincendo con il Genoa e che il Napoli sta battendo il Padova.
Il dirigente, a sua volta, comunica ai ragazzi in campo che la salvezza è lì, a un passo. Il passaparola arriva in un istante anche al pubblico, che sale di tono per dare un incitamento maggiore\. I giocatori – galvanizzati dall’euforia intorno – fanno di tutto per difendere il successo. E ci riescono, sicuri che quello sforzo finale abbia sortito gli esiti sperati. E invece no. E invece si rivela tutta una bufala. Al termine della sfida si viene a sapere che l’indiscrezione giunta dieci minuti prima era falsa: non per quanto riguarda l’Inter, che si impone 4-2 sul “Grifone”, ma per il Napoli che perde a Padova 2-0 con il “bomber” Amadei azzoppato da un padovano.
Questo significa che la Roma è retrocessa. Dalla A alla B in un attimo. Allucinante, ma è la realtà. Il commissario straordinario della società, Sacerdoti, avverte: “Noi reagiremo, la Roma reagirà, non si creda che i tifosi giallorossi siano intenzionati al disarmo”. La triste novità fa il giro della città in un attimo, arrivando pure al teatro Sistina dove l’attore Renato Rascel è in scena durante uno spettacolo pomeridiano. Rascel, visibilmente scosso, pensa bene di interrompere l’esibizione e di pronunciare una frase verso la platea: “Signore e signori, da questo momento la Roma è in Serie B. Ma la Roma non si discute, si ama. Sempre”. Quel 17 giugno 1951 la Roma scese di categoria per la prima e l’ultima volta nella sua storia. E cinquant’anni dopo, il 17 giugno 2001, si laureò campione d’Italia. Che storia.