12/06/2014 09:48
IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Il primo anno furono nove nazionalità diverse (senza contare i fuori rosa Antunes e Barusso). La scorsa stagione il numero è salito a 12. Dando un'occhiata alle premesse di queste prime settimane di mercato - l'ufficialità del maliano Keita, l’inserimento nella rosa dell’argentino Paredes, il ritorno di José Angel, l'imminente arrivo del turco Uçan e il sempre più probabile acquisto del montenegrino Basa (intesa con il Lille vicina a 4 milioni) - il prossimo 31 agosto, giorno del debutto in campionato, le nazionalità rappresentate a Trigoria ‘rischiano’ di toccare quota 15-16 unità. E questo considerando già l’addio ufficializzato ieri del croato Jedvaj (in prestito biennale al Bayer Leverkusen) e senza contare il francese Garcia e i calciatori di proprietà della Roma che sono in giro per l’Italia: il paraguaiano Sanabria, il lituano Svedkauskas o l’uruguaiano Lopez.
NODO EXTRACOMUNITARI
La Babele giallorossa rispecchia sempre di più un trend che oramai è seguito dall'intera serie A. Lo scorso anno la stagione prese il via ritoccando immediatamente un primato: quello della rappresentatività delle nazioni all'interno del nostro campionato. Furono 156 gli stranieri schierati durante la prima giornata del torneo appartenenti a 35 nazioni diverse. Durante l'anno, poi, il numero dei paesi rappresentati è salito sino a 50. Dalla convenienza di operare su mercati meno costosi fino alla ormai radicata (e inspiegabile) scarsa fiducia nei giovani nostrani (leggi caso Immobile: la Juventus anziché riscattare il capocannoniere della serie A se ne libera per 9,5 milioni ma ora è vicina a prendere Morata che non gioca nel Real Madrid), c’è il rischio che a Trigoria ci si possa complicare la vita sul tesseramento dei giocatori extracomunitari. Uno sembra destinato a Uçan per il quale, dopo aver trovato l’intesa una settimana fa sul costo del cartellino, Roma e Fenerbahce discutono ad oltranza sulle modalità di pagamento che per il bilancio giallorosso (la richiesta è di diluire i 10 milioni in tre anni) fa tutta la differenza del mondo. L’altro sarà presumibilmente di Basa, richiesto direttamente da Garcia. Con il turco e il montenegrino a Trigoria si chiuderebbe la possibilità di operare con ulteriori calciatori extra Ue. Per questo motivo non è escluso che Uçan possa essere inserito come pedina di scambio in qualche trattativa: ieri dalla Turchia si ventilava l’ipotesi di un parcheggio al Verona nell’ambito dell’affaire Iturbe (anche se Cerci rimane sempre in pole). Se invece le due caselle dovessero risultare entrambe occupate, il mercato della Roma diventerebbe – Sabatini permettendo – più prevedibile. Il cliché sarebbe lo stesso per tutti: solamente comunitari. E questo, ad esempio, nel ruolo di terzino sinistro, escluderebbe l’iracheno Ali Adnan e il serbo Kolarov (che tuttavia già si autoesclude per lo stipendio che percepisce) facendo guadagnare posizioni ad Adriano, Santon, Vangioni e/o Bernat.