Abete respinge il commissario. Malagò: «Si chieda se la lite col Coni ha giovato al calcio»

01/07/2014 11:23

GASPORT (M. CECCHINI) - Per chi voglia scommettere su cosa farà dall’11 agosto in poi Giancarlo Abete, presidente dimissionario della Figc, vi diamo due indicazioni: opinionista («cercherò di dare un contributo sull’approfondimento della politica sportiva») e cacciatore di gufi, quelli che a suo parere aleggiavano sulla sfortunata spedizione dell’Italia al Mondiale. «Ce ne sono tanti, l’elenco sarebbe lungo. C’è gente che ha rendite di posizione e che non ha mai prodotto un posto di lavoro e risolto un problema. Bravi solo a criticare gli altri».

No al commissario Abete appare sereno. «Ho la coscienza a posto. Se mi dicessero che, come si è fatto con Prandelli, due volte su tre in grandi manifestazioni vai sul podio, io ci starei. Dal 1994 succede ogni 6 anni. Sono sempre stato per il rispetto del voto dato dalla base, questo è il principio della democrazia. Ho una certa ritrosia alle logiche del commissariamento che danno titolarità a soggetti che non hanno un riconoscimento. Si rispettino le regole democratiche, c’è una base di un milione e mezzo di tesserati che ha tutto il diritto di scegliersi il proprio presidente. Diffido da culture antidemocratiche poco rispettose della realtà associativa. Il Coni? Tutti sanno che non c’è una condivisione di alcune delle politiche sportive. Ritengo faticoso andare a migliorare la situazione evidenziando solo le criticità e non tenendo conto dei percorsi fatti. Ritengo ci siano problemi più organici che non si risolvono facendo venire meno al mondo del calcio 1/16 di quello che il calcio produce. Allora, ad esempio, su 99 medaglie d’oro ai Giochi Olimpici di Sochi non ne abbiamo vinta una. L’attenzione deve essere rivolta a tutte le discipline. Ci poniamo il problema se 62 milioni dati al calcio siano troppi. Una diminuzione determinerebbe un indebolimento delle istituzioni». Ma sull’argomento risponde Giovanni Malagò, numero uno del Coni, durante il suo intervento a «Processo al Mondiale»: «Abete deve chiedersi se entrare in rotta di collisione con il Coni ha giovato al calcio». E ancora: «È triste quando qualcuno vuole annacquare i propri risultati negativi prendendo a riferimento altre discipline, perché poi è tutto da dimostrare che le Olimpiadi di Sochi abbiano rappresentato un fallimento sportivo».

Tutti da Alfano In attesa di leggere i titoli di coda, Abete e i massimi rappresentati del calcio giovedì andranno a colloquio dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per un vertice sul tema della violenza negli stadi. Facile supporre che venerdì in consiglio dei ministri possa essere presentato il decreto sul daspo di gruppo.