Di Bartolomei contro gli ultrà della Roma «Logica mafiosa»

03/07/2014 10:30

GASPORT (M. CECCHINI) - I sommersi e i salvati: occorre scegliere con chi stare. Per provare a capire il gorgo in cui sta cadendo il calcio italiano, sono state illuminanti le dichiarazioni su «Rete Sport» di Luca Di Bartolomei, responsabile Sport del Pd e figlio dello storico capitano della Roma, e Lorenzo Contucci, noto come avvocato degli ultrà, sul comunicato partorito dagli ultrà della Roma, che non prendevano le distanze dal Daniele , indagato per l’omicidio di Ciro Esposito, perché «fratello» di curva.

Botta e risposta Se il legale dice tra l’altro: «Quando parliamo di gruppi che hanno una visione oltranzista delle dinamiche del tifo incontriamo un linguaggio che viene recepito non da tutti ma solo da chi lo deve recepire», assai più profonda è la riflessione di Di Bartolomei. «I comunicati anonimi sono da vigliacchi, riportano a un pezzo della storia di questo Paese molto violento.Gli striscioni criptici hanno al loro interno, nella storia delle curve, avvertimenti mafiosi o para mafiosi ma nelle curve la stragrande maggioranza di persone è perbene. Ho sentito frasi come: “Recepire da chi lo deve recepire” e “Seguono la Roma dovunque”. Questi due concetti non possono coesistere perché non accetto che chi segue la Roma ovunque possa avere una visione oltranzista. La Roma viene seguita anche da persone che sono lontane da questa idea di tifo. O si mettono nomi e cognomi oppure non si utilizza una generica definizione: “Gli ultras della Roma”. Non mi sento rappresentato da questo comunicato ma mi sento comunque un ultrà della Roma. Dobbiamo distinguere tra chi ha sempre pensato che il tifo fosse una cosa sana da preservare e da migliorare e tutti gli altri. Proprio perché viviamo nell’era della comunicazione, vogliamo riflettere sul contenuto esplosivo e offensivo del comunicato? Questi pochi non parlano a nome di tante migliaia di tifosi». Vero.