31/07/2014 11:26
LA REPUBBLICA (F. BIANCHI) - Appuntamento nel tardo pomeriggio: Giovanni Malagò riceve oggi nel suo ufficio, al primo piano del Coni, il candidato Carlo Tavecchio (in mattinata tocca a Demetrio Albertini). Renzi ha passato palla proprio a Malagò: il n.1 dello sport italiano userà la moral suasion spiegando al presidente dei Dilettanti che dopo la terribile gaffe delle banane la sua posizione si è fatta delicatissima (insostenibile per molti), che gli attacchi arrivano dall'Europa, che anche lui è finito nel mirino, che lo stillicidio potrebbe continuare dopo l'11 agosto... E gli chiederà infine: «Che vuoi fare Carlo?». Malagò non può obbligarlo a rinunciare alla presidenza della Figc (lo ha ricordato Gianni Petrucci, «il Coni adesso non può intervenire») ma sa bene che bisogna uscire da questa situazione di empasse. Che succederebbe ad esempio alla prima curva chiusa per razzismo?
«Sono distrutto, non ce la faccio più: decido dopo aver incontrato Malagò», ha confidato Tavecchio agli amici. Un segnale di resa? Non è detto, forse solo un momento di profonda amarezza, comprensibile: non dimentichiamo che i suoi grandi (e piccoli) elettori non lo mollano. C'è stata qualche defezione, è vero: ieri a Juve, Roma, Fiorentina e Sassuolo si è aggiunto Urbano Cairo, presidente del Torino, e tira aria che stia crescendo il fronte dei dubbiosi fra i presidenti di serie A. C'è il rischio di molte più schede bianche del previsto e che qualcuno preferisca restare al mare, ma se si votasse oggi Tavecchio avrebbe ancora 64,77 per cento dei voti. Per Albertini il 30-33%. La Lega Pro si riunisce il 4 agosto, Macalli garantisce fedeltà al vecchio amico, “lombardo come me”, ma qualche presidente dell'ex serie C ha preoccupazioni soprattutto per il futuro. E in serata arriva il comunicato congiunto delle quattro Leghe: “Nessun commissario”. Se Ulivieri, antico nemico, lo strapazza, Albertini sostiene che «bisogna cambiare governance», ma «serve l'aiuto di tutti e non ci sono le condizioni di arrivare al commissariamento”. E sullo scarso appoggio alla sua candidatura replica: «Solo per ora, in futuro si vedrà. Io sono ottimista per natura».
Ma se davvero Tavecchio fa un passo indietro, se non regge la pressione sino all'11 agosto? Arriva il temutissimo commissario straordinario Giovanni Malagò, vacanze rovinate (addio barca: la prossima settimana voleva mollare le cime), e almeno, se va bene, 90 giorni di duro lavoro. Con un imbarazzo: come tagliare i 62 milioni che il Coni dà alla Figc? Le Leghe però temono il commissariamento, “sarebbe una sciagura”, e faranno di tutto per evitarlo. Ma secondo alcune interpretazioni si potrebbe rivotare dopo un mese (con nuovi candidati) se l'assemblea di agosto lo decide all'unanimità: ma è esiste un'ampia giurisprudenza amministrativa che ha sempre dato ragione al Coni, ultimamente con la Fise (sport equestri). I politici però insistono, anche litigando fra loro: Tavecchio (ex Dc, poi Margherita per anni) è difeso da centrodestra, attaccato dal Pd (in 18 hanno chiesto un intervento risolutivo di Malagò) e dal Movimento 5 Stelle (“Improponibile la candidatura di un pluricondannato”). La Russa dice che la politica dovrebbe star fuori da questa storia, i senatori Pd invece auspicano una “svolta di sistema”. E l'ufficio nazionale antirazzismo (Unar) della Presidenza del consiglio commenta: «Le parole pronunciate da Carlo Tavecchio sono sicuramente gravi, sia per il loro contenuto, sia perché pronunciate in un'assemblea pubblica e contraddicono il percorso avviato dalla Figc. percorso che è importante riprendere e rendere ancor più incisivo anche alla luce dei dati sugli episodi di razzismo registrati nelle ultime stagioni calcistiche». La Figc intanto oggi risponde alla Fifa che aveva chiesto “chiarimenti” sulla gaffe, mentre da parte dell'Uefa non c'è stato alcun ultimatum e Abete si farà vivo più avanti. E il ct? Tutto congelato: Tavecchio vorrebbe presentarsi con Antonio Conte, in modo da recuperare consensi sull'opinione pubblica. Altrimenti, Rivera coordinatore delle Nazionali, Cabrini in panchina. E se dovesse decidere Malagò? La barca è pronta a salpare...