10/07/2014 10:06
IL ROMANISTA (V. META) - Altri si perdoneranno, Maicon no. Per quelli come lui l’onta di un 7-1 nella semifinale del Mondiale casalingo non è una cosa che si possa lavare. Fortunato Neymar che potrà dire che non c’era e darsi pace: Maicon a Belo Horizonte c’era e nel giorno più nero del calcio brasiliano - che in confronto l’Uruguay del ’50 è un bel ricordo - è rimasto in campo per tutti e novanta i minuti della partita che farà storia. Un risultato così non s’era mai visto ai Mondiali e Maicon lo sa benissimo: «Subire sette gol in una semifinale di Coppa del Mondo è qualcosa di inspiegabile - ha detto - Ora però dobbiamo guardare avanti. Siamo un gruppo unito ed è in questi momenti che possiamo dimostrarlo. Questo è un momento di grande tristezza per i tifosi e per i calciatori. Ci sono tanti errori quando si incassano sette gol, è chiaro che questo risultato verrà ricordato per lungo tempo». Il giorno dopo la disfatta del Minerao è quasi peggio di quei ventinove minuti di massacro. Si fa la conta dei danni provocati dagli incidenti in cui è sfociata la rabbia dei tifosi: autobus bruciati, un negozio di elettrodomestici rapinato e diversi fermi fra San Paolo, Rio e la stessa Bel Horizonte, dove gli scontri con la polizia sono iniziati già dentro lo stadio, mentre ancora si stava giocando. Risse e disordini anche a Bahia e sulla spiaggia di Copacabana, fra la folla riunita davanti al maxi schermo più famoso del Brasile. Come se non bastasse, si viene pure a sapere che al capitano dell’ultimo Mondiale conquistato dalla Seleçao è stato vietato l’ingresso negli spogliatoi in quanto «estraneo».
Cafu voleva andare a confortare la squadra al termine della partita, ma è stato allontanto per ordine del presidente della federcalcio brasiliana: «Spiacenti, ma gli estranei non possono entrare negli spogliatoi ». Un altro si sarebbe arrabbiato, lui no. Il suo famoso sorriso si è solo fatto più amaro: «Sono sempre entrato negli spogliatoi della nazionale dopo una partita - ha detto - Vado a trovare Scolari e gli altri dello staff. Anche stavolta avrei fatto lo stesso, avrei voluto parlare con i giocatori per invitarli a non abbattersi perché adesso saranno massacrati da stampa e tifosi e dovranno essere forti. Ma tutto questo mi è stato impedito da alcuni funzionari della federazione. Peccato». E sul perché della disfatta, risponde così: «Uno dei motivi dei questa grave sconfitta è il peggioramento del livello tecnico del nostro calcio. Perdiamo troppi talenti e troppi giovani. Bisogna introdurre una mentalità professionistica fin dalle categorie di base».
CONFUSI E FELICI Al fischio finale sembravano più frastornati che euforici, perché un botto così non se l’aspettavano neanche loro. Il day after della Germania è una raccolta di complimenti da tutto il mondo, da Cruijff in giù. I giocatori, invece, non sono andati oltre qualche autoscatto sorridente condiviso su Twitter e c’è stato pure chi, come Mesut Özil, ha twittato parole di conforto per i brasiliani. Forse ha ragione Maicon, quando vinci 7-1 in una semifinale mondiale c’è qualcosa di inspiegabile.