12/08/2014 11:12
GASPORT (A. PUGLIESE) - Garcia si augura di ritrovarlo il prima possibile, di certo per la prima con la Fiorentina. Lui ha una fretta mostruosa di riaggregarsi al gruppo il prima possibile e fosse per lui, giocherebbe anche contro il Fenerbahçe, il 19 agosto, nel giorno della presentazione. Quella partita Leandro Castan quasi certamente la salterà, ma per l’esordio con i viola sarà regolarmente al suo posto. Se con o senza Benatia al suo fianco ancora non si sa, di certo però pronto a sobbarcarsi tutte le responsabilità sulle spalle. Senza paura.
Si vince insieme «Io sono sempre pronto, posso far bene anche con qualcun altro – dice il difensore brasiliano – Ho giocato un anno con Benatia, mi aspetto che resti, tifo per questo. Ma nel calcio non si vince mai da soli, né si comanda una difesa da soli. Le partite non le vincono Totti, De Rossi o Gervinho, ma tutta la squadra. E se Mehdi andrà via, arriverà qualcun altro e faremo bene lo stesso. Una squadra da scudetto non è composta da un giocatore, ma da 25 o 30». Già, e uno di questi è proprio lui, che dopo una prima stagione così così, l’anno scorso ha fatto vedere tutto il suo valore, tanto che in molti si sono stupiti (soprattutto a posteriori, viste le prestazioni di David Luiz e Dante) di non averlo visto al Mondiale. Lo stesso Mondiale che invece ha giocato Maicon, uno che Leo aspetta a braccia aperte. «L’ho chiamato, gli ho detto di sbrigarsi a venire perché sono rimasto l’unico brasiliano, almeno parliamo un po’ di portoghese insieme. L’ho sentito carico, è un giocatore molto importante per noi». Già, ed infatti oggi sarà a Trigoria con il suo agente, Calenda, per chiarire tante cose: dalle polemiche sul ritardo al rinnovo di contratto.
Santa pressione Con o senza Benatia, dunque, Castan è pronto a caricarsi la difesa giallorossa sulle spalle. Del resto, in una Roma che vuole lo scudetto, non sono ammessi timori o ansie particolari. «Non mi mette paura la pressione dei tifosi, la voglia di vincere, l’atmosfera che si respira in questo momento intorno a noi – dice lui –. La preferisco sempre all’ambiente dello scorso anno, quando a un certo punto c’era gente che insultava i giocatori. A noi ora spetta solo il compito di lavorare il più possibile sul campo, è lì che dobbiamo vincere. Con umiltà, dimostrando che possiamo essere all’altezza della Juventus». Già, ed infatti Garcia ha già provveduto ad abbassare i toni, anche se l’obiettivo, si sa, è lo scudetto. Lo ha annunciato Sabatini ad inizio anno, un proclama che circola un po’ ovunque nei corridoi Trigoria. La Roma sa che se c’è un’occasione per poter vincere, è quella di quest’anno. Poi diventerà tutto più difficile. Castan è lì, si sente pronto. E se dovesse andar via Benatia, per lui ci sarà una sfida in più. Dimostrare che è grande anche senza Mehdi.