11/08/2014 10:03
IL MESSAGGERO (R. DIMITO) - Si firma. As Roma Spv e Unicredit hanno raggiunto l’accordo. Roma calcio diventa tutta americana. Oggi dovrebbe esserci l’annuncio, Consob è in campo, ha chiesto trasparenza accelerando le decisioni che comunque sarebbero state prese: il 18 agosto, infatti, scade il ”patto parasociale riformulato e modificato” fra la banca e gli americani.
La società Usa di James Pallotta e degli altri tre alleati storici hanno raggiunto l’accordo. Unicredit trasferisce il 31% di Neep holding - socio con il 78% della Roma calcio - alla finanziaria americana che sale dal 60 al 91% mentre il restante 9% è posseduto da Raptor capital management, fondo di Pallotta. Quindi il controllo del club passa tutto nelle mani dell’imprenditore e finanziere di Boston: è la terza svolta nella vita del club negli ultimi quattro anni, potrebbe essere quella di una nuova esaltante avventura.
Il fuso orario fra Roma e Boston (sei ore in meno nella capitale del Massachusetts) potrebbe ritardare di qualche ora la formalizzazione dell’accordo. Per stamane, prima dell’apertura della Borsa, Consob attende un comunicato dalle parti, con cui da venerdì scorso ha interlocuzioni continue. Quel giorno il titolo ha perso il 18,33% a 0,695 euro: l’andamento anomalo del titolo ha messo in allerta la divisione mercati della Commissione guidata da Giuseppe Vegas in stretto coordinamento con Borsa Italiana. Ieri sera a tarda ora ci sarebbe stato l’ultimo contatto fra Unicredit e americani: ormai è questione di dettagli minimi da risolvere in nottata (italiana). L’avvocato Roberto Cappelli, vicepresidente della Roma in quota Unicredit e Daniel Hart, l’uomo che si occupa delle questioni legali per Pallotta, si sarebbero scambiati le ultime mail.
STARWOOD NELLA SPV
Sul prezzo c’è l’accordo: circa 55 milioni e anche sulle modalità di pagamento. Si limano gli ultimi passaggi contrattuali riguardanti la governance, cioè i posti in consiglio. Si consideri che As Roma è una società quotata e bisogna disciplinare il rimpasto del cda dove Unicredit indica sei consiglieri su 13 con poteri di veto sulle grandi decisioni.
La svolta nel club giallorosso è stata facilitata perchè non è un mistero che Unicredit voglia uscire: l’opera compiuta tramite il vicedirettore generale Paolo Fiorentino, iniziata a luglio 2010 con il salvataggio di Italpetroli dei Sensi - 375 milioni di debiti - è stata completata. Il 18 agosto 2011 c’è stato il passaggio del 60% di Neep agli investitori Usa guidati da Tom DiBenedetto - che, l’anno dopo, ha passato la mano a Pallotta -, con la sottoscrizione di un patto, cui ha aderito Raptor il 1° agosto 2013. Patto che scade il 18. DiBenedetto (5%) ora uscirà dalla As Roma Spv, al suo posto entra Starwood.
Da marzo Fiorentino aveva segnalato che con lo scioglimento del patto sarebbe scattato il liberi tutti: Unicredit avrebbe gradito uscire dal capitale lasciando il club in buone mani. D’altro canto alla fine del 2013, quando Pallotta ha fatto saltare la vendita di una quota del 20% del pacchetto di Unicredit al magnate cinese Chen Feng - il presidente del club non ha voluto accogliere le richieste prospettiche del patron di Hna group - Fiorentino avrebbe fatto pesare la situazione al suo alleato. Acqua passata che serve per ricostruire le basi di questa svolta. Pallotta si prende tutta la Roma e non dovendo scendere a patti con nessuno, ha mano libera di decidere. E vuol fare le cose in grande, come dimostra anche il progetto Stadio dove avrebbe spuntato la disponibilità di Unicredit a partecipare al finanziamento.