28/08/2014 12:12
GASPORT (R. BECCANTINI) - Hanno cambiato il presidente della Federazione: da Giancarlo Abete («L'etica non va in prescrizione») a Carlo Tavecchio («Opti Pobà»). Marcello Marchesi li avrebbe riassunti così: «Non ho nulla da dire, ma lo devo dire». Nuovo di zecca anche il commissario tecnico della Nazionale: dal buonista Cesare Prandelli al cattivista Antonio Conte. Hanno nominato, quale vice presidente vicario della Figc, niente meno che Maurizio Beretta, presidente della Lega di Serie A dimissionario da un paio di anni. Ignoro se sia un record mondiale, quello di promuovere un dirigente dimissionario: di sicuro, è un dato abbastanza singolare. E molto italiano.
Hanno rimosso il designato-re: da Stefano Braschi a Domenico Messina. Il livello arbitrale degli ultimi Mondiali non ha strappato cin cin agli esperti. Di qui l'esigenza di un rispetto meno dolce del regolamento, sia nella repressione del gioco duro sia nel «mani-comio», come documenta il rigore concesso al Milan contro il Sassuolo nel trofeo Tim. Il braccio di Terranova, in caduta, era così vicino al tiratore che mai le direttive di Braschi avrebbero indotto Giaco-melli a decretare il penalty. Le rivoluzioni cominciano sempre da dettagli apparentemente insignificanti, e non viceversa. Basta saperlo. E, se possibile, non sabotare le regole in corsa.
Abbiamo perso il terzo capocannoniere di fila: Ciro Immobile (22 gol, tutti su azione, dal Toro al Borussia Dortmund), dopo Zlatan Ibrahimovic (28 gol, dal Milan al Paris Saint-Germain) ed Edinson Cavani (29 gol, dal Napoli al Psg). Hanno già decapitato, per motivi di «rischio massimo», l'orario d'inizio di Atalanta-Verona: si giocherà domenica alle 18 e non più alle 20.45. È stato inoltre sancito che Napoli-Roma e Roma-Napoli, trasformate in polveriere dall'omicidio di Ciro Esposito, saranno tassativamente disputate di giorno. Abbiamo raccolto l'invito d'introdurre la bomboletta spray per fissare i confini delle barriere. Zitto zitto, l'arbitro perde un altro spicchio di carisma. Lo spray sta ai «passi» come la rotonda al semaforo: il senso di responsabilità si sostituisce al senso di autorità. Avevano giurato di sfoltire la serie B, salvo poi arrendersi alla sentenza del Coni sul caso Novara e tornare in fretta e furia al formato canonico di 22 squadre.
«Francia o Spagna, purché se magna», siamo lì. Hanno detto che Adriano Galliani ha realizzato il più grande colpo nella storia del Milan per aver girato Mario Balotelli al Liverpool dopo averlo ingaggiato dal Manchester City il 31 gennaio 2013. Qualcosa mi sfugge. Abbiamo deciso che c'è una bella differenza tra le otto giornate inflitte a Diego Simeone per i buffetti al quarto uomo e l'archiviazione delle banane di Tavecchio. Più o meno la stessa che passa tra il nostro Palazzi e i loro «Palacios». Abbiamo parcheggiato il calcio all'italiana proprio nel momento in cui Simeone l'ha scelto come manifesto anti capitalismo. Ogni volta che guardo in tv l'Atletico Madrid, mi commuovo e penso a Gianni Brera: ne sarebbe orgoglioso.