22/08/2014 11:02
CORSERA - Se fosse una partita di calcio sarebbe senza appello, dentro o fuori, come una finale. Si decide stamattina: una stretta di mano e poi si aprirà il dossier Roma, uno studio di una decina di pagine — con diagrammi, mappe, flussi di traffico — che il sindaco Ignazio Marino e l’assessore Giovanni Caudo porteranno in dote (e illustreranno) stamattina a New York al presidente della Roma, James Pallotta, al suo braccio destro Mark Pannes e al costruttore Parnasi. Le condizioni imprescindibili per realizzare lo stadio romanista a Tor Di Valle sono tutte là: metropolitana, rischi idrogeologici, costi complessivi, cubature (ridotte).
In sintesi, il concetto di «pubblica utilità» adesso è nero su bianco: dieci pagine che non prevedono compromessi o accordi al ribasso. Come una finale, dunque. Dal vertice americano di oggi, quindi, si capirà il destino dell’impianto che dovrebbe ospitare i tifosi giallorossi nelle partite casalinghe: il nodo centrale è quello della metropolitana, perché il prolungamento fino a Tor Di Valle per il Comune costa cinquanta milioni e non i dieci ipotizzati nel progetto originario. Ma non è che uno dei punti considerati dal Campidoglio irrinunciabili: per questo il vertice newyorchese è in qualche modo decisivo, ancora prima del 3 settembre (quando arriverà il parere definitivo del Campidoglio) perché se la proprietà americana della Roma non accetterà le condizioni poste dal Campidoglio, la partita dello stadio può considerarsi chiusa.
L’impressione, però è che Pallotta e soci non abbiano alcuna intenzione di rinunciare allo stadio, considerato fondamentale. Anche Marino sembra ottimista: arrivato alle sette e trenta della sera a New York, ha spiegato che secondo lui «questa dello stadio è un’opportunità straordinaria per la città, per questo approfittando delle vacanze ho voluto anticipare l’incontro con Pallotta. La nostra stella polare è l’interesse pubblico, abbiamo di fronte un interlocutore serio e competente». Le polemiche, come sempre, non mancano. Detto che l’opposizione ha presentato un’interrogazione per sapere perché il sindaco sia dovuto andare in America, Fabrizio Ghera di Fdi sceglie un altro piano per criticare Marino: «L’amministrazione ha il dovere di garantire e verificare la fattibilità dell’opera ma l’atteggiamento del sindaco Marino rischia di far scivolare la discussione sul piano inclinato delle opposte fazioni, rischiando così di non rispettare le scadenze e mancare l’obiettivo di arrivare a una soluzione sana per la città e per i tifosi». Il giorno decisivo è oggi, ed è come una finale.