29/08/2014 10:52
GASPORT (C. ZUCCHELLI) - Morgan De Sanctis sa come si fa. C’era lui in quel Napoli che tre anni fa capitò nel girone di ferro con Bayern, City e Villarreal e riuscì, con 11 punti, a mandare gli inglesi in Europa League. Era un gruppo, dissero allora i dirigenti del Napoli, «da far tremare i polsi», ma la squadra riuscì nell’impresa andando a pareggiare a Manchester e battendo in casa sia il Villarreal, sconfitto anche in Spagna, sia il City. Il Bayern fu bloccato al San Paolo (11) e gli fu resa la vita difficile in casa, dove il Napoli si arrese 32. Il precedente è benaugurante, così come, in teoria, dovrebbero essere benauguranti quelle sfide all’apparenza impossibili che la Roma è riuscita a portare a casa.
Da Vincenzi a Menez I quasi 20mila che hanno già sottoscritto i mini abbonamenti per la Champions ci credono: dal primo gol nella competizione europea più prestigiosa firmato da Francesco Vincenzi, contro il Goteborg, il 14 settembre 1983, all’ultimo firmato da Jeremy Menez, oggi in cerca di gloria al Milan, la Roma si ritrova ad affrontare ancora una volta quello che i tifosi hanno già ribattezzato «il girone della morte». Allargando l’orizzonte anche alla Coppa delle Coppe, Totti e compagni rivedranno quel Bayern Monaco che nel 1985 fu spettatore di una delle serate più romantiche che il tifoso romanista ricordi.
Che sarà sarà La Curva Sud, con la Roma eliminata, cantò questo coro ininterrottamente e lo fece così intensamente che Udo Lattek, allenatore dei tedeschi, disse: «Sono sconvolto da quello che è successo: non avevo mai visto una squadra perdere ed essere sostenuta così tanto dai propri tifosi». Dello stesso avviso Dino Viola: «Si possono anche subire amare sconfitte, ma la Curva Sud ci ha dato una dichiarazione d’amore ». Due a uno il risultato finale, tante lacrime in campo, tanto orgoglio fuori. Lo stesso che, 25 anni più tardi, la Roma tirò fuori nel battere il Bayern 32 all’Olimpico: l’inizio fu da incubo, con la doppietta di Mario Gomez nel primo tempo a gelare gli animi, la ripresa apoteosi pura, con Borriello, De Rossi e Totti che ribaltarono il risultato.
A Mosca L’allenatore di quel Bayern era Van Gaal, oggi a Manchester, città che evoca soltanto ricordi terribili per la Roma. Stavolta non si andrà all’Old Trafford e già questo potrebbe essere un buon segnale. Così come potrebbe essere un buon segnale ricordare quando, nel 1991, la Roma vinse, in Coppa delle Coppe, in casa del Cska Mosca con un gol decisivo di Rizzitelli. Allora si giocò a settembre, e questo favorì i giallorossi, quest’anno andare in Russia a un mese dal Natale sarà proibitivo. A meno che i giochi, in un senso o nell’altro, non siano già stati fatti.
Gli ex Tra le date che i romanisti segneranno sul calendario c’è il 21 ottobre, giorno in cui tornerà all’Olimpico Mehdi Benatia. Per lui dichiarazioni d’amore non ce ne saranno, anzi: gli applausi presi la sera della presentazione diventeranno fischi e i messaggi ricevuti ieri dal marocchino su Twitter ne sono la dimostrazione. Ben diversa, invece, l’accoglienza che sarà riservata a Guardiola: lui con la Roma, al contrario di Benatia, ha giocato poco e niente (appena 6 le presenze ufficiali) ma se n’è andato lasciando un ottimo ricordo in tutte le persone incontrate sul suo cammino. Terminato senza fughe, ma solo con tanti baci e abbracci.