16/08/2014 11:55
ILMESSAGGERO.IT (A. ANGELONI) - Ultima amichevole, a Vienna, contro il Wiener Sk, squadra appena retrocessa in terza divisione ma la più antica dell'Austria, che con orgoglio espone all'ingresso dello stadio Sportclubplatz una targa che ricorda la sua netta vittoria per 7-0 contro la Juventus in una coppa dei campioni del 1958/1959. La Roma termina qui, a Ferragosto, in una Vienna invasa da circa 3000 giallorossi, la seconda parte della preparazione, quasi sempre bagnata dalla pioggia. La Roma saluta l'Austra con un 4-1: aumentano le certezze, così come la condizione fisica generale a quindici giorni dall'inizio del campionato. Bene Iturbe, si confermano Gervinho e Astori, da rivedere Emanuelson.
In tribuna, a fare gli onori di casa, due vecchie colonne della Roma, Miki Konsel (portiere dell'era Zeman) e Herbert Prohaska (centrocampista dello scudetto '82-'83). Garcia fa riposare qualche giocatore impegnato domenica scorsa a Eltendorf e che in questi sette giorni in Stiria ha sovraccaricato troppo i muscoli. Magari non è il caso di Destro, che finisce in tribuna per la seconda volta consecutiva (ufficialmente per un problema allo stomaco) dopo essersi sempre allenato a Bad Waltersdorf. Mattia resta al centro delle voci di mercato che lo vogliono al Tottenham, voci sempre più insistenti dopo l'annunciato viaggio di Sabatini per Londra nella giornata di domani (ufficialmente per vedere la partita tra gli Spurs e West Ham). Con Benatia che non ha fatto altro che rinnovare la sua promessa di matrimonio con la Roma, l'indiziato a partire (se uno dovrà partire), sembra proprio Destro (che comunque non sarebbe convintissimo di lasciare Roma).
Non vanno in campo, oltre a Destro, pure gli infortunati (o reduci da infortuni) De Rossi, Balzaretti, Castan e Strootman, ai quali si è aggiunto all'ultimo momento Totti, che durante la partita ha svolto una seduta di fiosioterapia. Se ne stanno in panchina, senza giocare un minuto Cole, Ucan e Keita, i più affaticati dalla sette giorni in Austria.
LA PARTITA
Rientra a difendere la porta dopo tre mesi di inattività De Sanctis, apparso un po' indietro durante la preparazione ma qui contro il Wiener si è subito distinto in un paio di interventi di un certo livello, entrambi su Yunes, centravanti del Wiener. De Sanctis gioca un tempo, nella ripresa entrerà Skorupski, non male nemmeno lui. Apparso in grande spolvero Iturbe, che pian piano si sta inserendo negli schemi di Garcia. Il tecnico lo ha provato inizialmente sia a destra sia a sinistra in un 4-2-3-1, completato da Borriello in avanti, da Ljajic a trequarti, con Gervinho sull'altra fascia. L'argentino corre, prende botte, è intraprendente e comincia a ritrovare il passo della passata stagione. Gervinho si conferma la solita arma letale, tutto istinto e velocità. L'ivoriano è spesso imprendibile e come sempre impreciso sotto porta, sbaglia due gol facili prima di segnare il vantaggio, imbeccato da Ljajic, artista della trequarti, protagonista di altri due assist per Iturbe e Borriello, che però falliscono il gol.
LA RIPRESA
Garcia, come detto, manda in campo Skorupski e conferma gli altri dieci per più di mezzora, mentre il suo collega Kurt Jusits ne manda sotto la doccia nove, rivoluzionando la squadra. Borriello e Gervinho falliscono il raddoppio, Astori conferma di essere in buona condizione e Pjanic di avere un piede fuori dal comune. Dopo diciotto minuti della ripresa, Mire lascia partire un tiro dai venti metri, la palla si alza e si abbassa in una frazione di secondo, finendo sotto la traversa. Due a zero da parte del capitano di Ferragosto. Skorupski trova il tempo di smanacciare sopra la traversa una palla al veleno di Gunes e poi di subire il gol del 2-1 dallo stesso numero dieci austriaco, con dormita generale del quartetto difensivo, da Emanuelson in giù. Se un guardalinee non avesse interpretato il fuorigioco a modo suo, la Roma, dopo la rete subita, avrebbe potuto segnare ancora: Gervinho è stato fermato per due volte in off-side, appunto, molto discutibile. Polemiche estive. L'uscita di Borriello e Gervinho e gli ingressi di Sanabra e Paredes, consente a Garcia di passare al 4-3-3. Sababria va a fare il centravanti con Iturbe e Ljajic esterni, Paredes (sempre con l'idea giusta in testa, cinque minuti due assist) va ad affiancare in mezzo Nainggolan e Pjanic. Nel finale c'è gloria per Iturbe, che prima si mangia due gol grandi così, poi si riscatta procurandosi e realizzando un rigore a sei minuti dalla fine. Il ragazzo cresce. Così come Ljajic, che si regala una rete nel finale dopo una partita tra grandi invenzioni e qualche pausa. Tutto normale. Garcia può essere soddisfatto.