05/08/2014 09:51
IL MESSAGGERO (E. BERNARDINI) - «Non ho mai parlato di una Lega Pro compatta su Tavecchio ma di una Lega Pro unita, poi è possibile che su sessanta società, quando si andrà a votare, ve ne saranno quattro-cinque che dissentano dalla maggioranza e la cosa non mi meraviglierebbe affatto ». Non ha dubbi Mario Macalli, presidente di Lega Pro, a margine dell'assemblea convocata ieri a Firenze per decidere, tra le altre cose, calendari, gironi e consiglieri federali. Ovviamente però il tema delle elezioni (l'11 agosto verrà scelto il presidente che prenderà il posto di Abete a capo della Figc) è finito per essere l’argomento principale di discussione.
PUNTO A FAVORE Nella settimana decisiva che porta alle elezioni, Carlo Tavecchio incassa un appoggio importantissimo: quello della Lega Pro. In termini percentuali rappresenta un bel 17% che unito al 34%, già al sicuro, dei Dilettanti significa elezione sicura al terzo turno. Resiste, dunque, Tavecchio in una settimana che lo aveva visto perdere appoggi. Scricchiola qualche asse ma la barca continua a navigare seguendo la rotta prestabilita: quella che porta direttamente a viaAllegri. «Noi abbiamo una sola moglie, non una moglie e un'amante e quindi la Lega ha fatto la sua scelta, criticabile o meno. Però l'ha fatta», ha ribadito ancora Macalli fugando qualsiasi dubbio. La Lega Pro la sua decisione l’ha presa e la porterà fino in fondo.
LOTITO SERENO Uniti, ma non compatti: durante l’assemblea alcuni club dell’ex serie C come Messina e Benevento si sono smarcati dal numero uno della Lega Nazionale Dilettanti. Resta sereno Claudio Lotito gran cerimoniere della candidatura di Tavecchio e presente ieri in qualità di patron della Salernitana. «Candidatura impresentabile? Inutile parlarne. Vedremo cosa accadrà l'11 agosto. Noi siamo per la politica dei fatti e non per quella delle parole e lui farà i fatti, lo ha dimostrato. Dopo questa assemblea sono assolutamente sereno. Non mi risultano defezioni ». Elezioni federali a parte, ieri la Lega Pro ha nominato i 60 delegati, in più sono stati eletti e confermati consiglieri federaliArchimede Pitrolo e Gabriele Gravina. Nomi che rappresentano una ulteriore sicurezza per Tavecchio visto che sono tutti uomini vicini al presidente Mario Macalli.
LO SCENARIO Il quadro, che ameno di una settimana dal fatidico giorno, viene fuori è molto ben delineato. IDilettanti e la Lega Pro si sono schierati pubblicamente dalla parte di Tavecchio, così come la Serie B che si èben guardata dall’infilarsi nel polverone sollevato in questi giorni. Il numerounoAbodi tiene tutticompatti. Giovedì, giorno dell’Assemblea per il sorteggio dei calendari, si avrà la posizione ufficiale.
”GRANDI” DIVISE L’unico fronte spaccato resta quello della A. In realtà però se si guarda bene la massima serie fin dall’inizio non era stata compatta. Il lavoro incessantediGalliani e Lotito aveva fatto sì che si venisse a creare una sorta di unità. Dopo l’irrimediabile gaffe qualcuno si è slegato. Siè tornatialle percentualidi un mese fa con 10 12 squadre favorevoli e 6\8 tra contrari e schede bianche. Da sottolineare però, che nessuno degli incerti è passato dalla parte di Albertini e proprio per questo non apporrà nessun segno di preferenza. Un segnale importante perché se è vero che non reputano Tavecchio un candidato eleggibile parimenti pensano la stessa cosa di Albertini. A questo punto facendo un conto dei voti il numero uno della Lnd, ad oggi, avrebbe il 63% dei voti dalla sua parte. Resta il 2% degli arbitri che nonsisonoschieratie siaffidano al segreto dell’urna. Giocatori e allenatori invece voteranno perAlbertini. Da qui all’11, giorno dell’elezione presidenziale (non si voterà più invece per lo statuto), resta da capire quanti saranno i voti nulli e gli inevitabilifranchi tiratori.