Nainggolan lancia la Roma sprint

31/08/2014 11:53

LA REPUBBLICA (E. SISTI) - Un po’ di Roma antica nel primo tempo, un incontenibile per novanta minuti, un furibondo contropiede nel finale. Quanto basta per liberarsi di una pallida , più convinta soltanto nella ripresa (una traversa, un’occasione per Babacar). agguanta subito Allegri.

La Roma inizia semplice, efficace. Pare quasi allegra. Due o tre movimenti vorticosi al limite dell’area impauriscono la difesa viola che dopo un quarto d’ora già confonde con e con . Lo spostamento di uomini apparentemente anarchico manda in tilt il macchinoso Pizarro mal sostenuto da un inconsistente Vargas e dal povero Brillante. Da solo corre più dei tre centrocampisti di Montella. La mobilità senza palla di e la presenza costante di sono un effetto dell’evidente disagio di Savic e Gonzalo. La di Rossi e Cuadrado non c’è. Persino Ashley Cole, che all’inizio faceva la diagonale come un ragazzino sotto osservazione, è sembrato un atleta moderno di fronte a Tomovic.

Centrocampo e attacco giallorossi si muovono in piena libertà, secondo estro. La vorrebbe essere più ordinata, ma la scarsa rapidità dei più talentuosi (Borja Valero dietro le punte non tiene una palla che sia una, Pizarro è schiacciato dal pressing giallorosso, Vargas puntualmente anticipato) trasforma l’ordine in afasia. brucia chiunque e l’australiano Brillante colleziona solo brutte figure. fa il giramondo, lo trovi su tutte le bancarelle, a destra, a sinistra, in mezzo. Al 22’ è solo in area ma cicca la punizione di . I triangoli bassi e stretti sono un problema per la difesa viola. Mentre Montella manda a scaldare Ilicic per sostituirlo (perché inadatto), Brillante smentisce ancora una volta il suo cognome oscurandosi: regala il pallone a , botta di Gervinho, Neto respinge, ancora la butta dentro con irruenza quasi vandalica (28’).

Finora la ha solo avuto paura della Roma e forse anche di se stessa. Le palle vaganti, le seconde palle, le palle alte sono una multiproprietà giallorossa. Mai un accenno di pressing viola, mai un segnale di vita. , Gervinho e soprattutto sono liberi di dialogare in qualunque dialetto. La prova ad alzare il ritmo nella ripresa. Per riuscirci dovrebbe augurarsi che i due esterni, Alonso e Tomovic, osino invadere il centrocampo altrui. Lo fanno ma i piedi non li aiutano. Gervinho semina avversari al 12’ ma arriva stanco al tiro. Al 14’ spara su Neto il raddoppio già confezionato per lui da .

La Roma dispone del tempo e dello spazio, quindi del gioco. Quando Ilicic colpisce la traversa su punizione con che sfiora (16’), la ha un logico sussulto. Poco dopo Babacar costringe al miracolo (17’). corre ai ripari inserendo con difensore per . Esce anche (). La Roma scopre di colpo la stanchezza. Le chiusure non sono più così fulminanti. Ilicic preoccupa, aumentano i falli, Aquilani e Joaquin sono appena entrati. Mentre la osa, la Roma si appiattisce un po’, sapendosi scarica. Giganteggia però. Quando non c’è lui, fa il libero (al 42’ su Ilicic). Il fiato è corto, la aggressiva ruba palla ma Pizarro fa danni. incita il pubblico. La conseguenza della richiesta d’aiuto dagli spalti è la verticalizzazione (magnifica) di per il 2-0 di Gervinho.