13/08/2014 09:32
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Se esistesse un tasto per stoppare in anticipo il mercato e lasciare tutto così com’è, probabilmente lo schiaccerebbero entrambi. Garcia e Sabatini vivono giorni di snervante attesa, consapevoli che la Roma di oggi, completa e sulla carta vincente, potrebbe essere diversa in uno-due elementi ai nastri di partenza. Per necessità e non per scelta.
A Rudi la rosa di oggi va più che bene, Sabatini la ritiene un ingranaggio quasi perfetto e teme che basti togliere una sola rotella per incepparlo. Ma una squadra va costruita tenendo un occhio ai conti e, al momento, il budget è sforato di una quindicina di milioni. Bisogna vendere, allora. E poi ricomprare a meno.
Il diesse è convinto che per tutta una serie di motivi il male minore sia lasciar partire Benatia, che in Austria non si allena da due giorni per un affaticamento. Garcia ha già spiegato ai dirigenti che si sentirebbe garantito dal cambio con Basa, al quale non avrebbe granché da spiegare nei pochi giorni disponibili prima dell’esordio, sulla carta si può prendere anche il greco Manolas. Il problema è che la Roma non ha ancora ricevuto un’offerta ritenuta idonea per il marocchino. Sparito il City, ogni giorno sui tabloid inglesi rimbalza l’interessamento una volta del Manchester United, un’altra del Chelsea. Peccato che nessuno dei due club abbia ancora chiamato Trigoria.
E allora? Ljajic resta un indiziato alla partenza, mentre la Roma non vorrebbe privarsi di Destro per nulla al mondo e lo prenderà in considerazione come ultima, estrema ipotesi. C’è anche una quarta opzione. Pallotta dice ai dirigenti: non vendiamo nessuno e in qualche modo aggiusteremo il bilancio. È quello che sperano di sentire Garcia e Sabatini.
Non è il mercato l’unico grattacapo dei due. Ieri il direttore ha parlato con Maicon, sbarcato in mattinata a Fiumicino. Recuperato il jet-lag e completata la visita d’idoneità, il brasiliano, accompagnato dal procuratore Calenda a Trigoria, ha parlato per una decina di minuti con Sabatini, per poi imbarcarsi nel pomeriggio insieme a Baldissoni verso l’Austria. La società ha trovato un ragazzo ancora scosso dal pesante ko subìto con la sua nazionale. Motivo per cui ha chiesto e ottenuto di prolungare fino al massimo termine possibile le vacanze in Brasile. La questione del rinnovo di contratto è stata rinviata a settembre, da ieri sera la «palla» è passata a Garcia che ha bisogno del carisma di Maicon all’interno del gruppo. Ma Rudi deve gestire certi equilibri, messi a rischio dal rientro in ritardo di Gervinho per vari motivi. Dopo il Mondiale De Rossi e Pjanic hanno rinunciato a tre-quattro giorni di vacanza a differenza dell’ivoriano e di Maicon pur di partecipare alla tournée negli States. Piccoli dettagli che, a volte, fanno la differenza.
A giudicare da alcuni segnali, l’allenatore sembra più teso rispetto a un anno fa. Sa che la pressione sulla Roma è aumentata e vede un gruppo attorno a sé non ancora saldo come lo scorso anno. Tra i nuovi acquisti e le distrazioni inevitabili di quelli coinvolti nel mercato è difficile ottenere subito la concentrazione massima. Problemi comuni: la Juve sta ancora digerendo lo choc dell’addio di Conte ed è appesa all’addio di Vidal, il Napoli alla qualificazione in Champions, all’Inter Mazzarri ha dovuto chiarire dall’inizio che quest’anno le vacanze natalizie saranno lunghe uguali per tutti.
Sabatini, preoccupato come Garcia, vuole rendersi conto della reale situazione dal vivo in Austria ma solo oggi deciderà se partire. Deve dare priorità agli impegni di mercato: Borriello sta riflettendo sulla proposta del Cesena, la Samp ha chiesto Romagnoli, per ora la risposta è «non se ne parla».