12/09/2014 10:16
GASPORT (C. ZUCCHELLI) - Era compagno di squadra di Kevin Boateng, Urby Emanuelson quando, nel gennaio 2013, il milanista lasciò il campo di Busto Arsizio per alcuni insulti razzisti. Al convengo della Uefa «Respect Diversity» l’olandese ha ricordato così quell’episodio: «Penso che per noi calciatori sul campo sia difficile, quando capitano certe cose, capire come reagire. In quella partita per noi è stato facile decidere di agire. Il match era cominciato da 20 minuti, un gruppetto aveva cominciato fin da subito a far chiasso ed era difficile giocare in quella atmosfera, Boateng non ha resistito oltre decidendo di uscire dal campo e tutta la squadra lo ha seguito».
In quell’occasione Boateng e i milanisti furono un modello di comportamento e Rudi Garcia, anche lui presente al convegno, ha sottolineato proprio questo aspetto: «I valori e il potere del calcio sono accessibili a tutti senza curarsi del colore della pelle, religione o abitudini dei giocatori. Quello che è importante è se un giocatore sia forte o meno e questa è una grande lezione in termini di integrazione nella nostra società attuale».