12/09/2014 10:50
LA REPUBBLICA (L. D'ALBERGO) - Le ricostruzioni dei magistrati e del Ris, infatti, sono divergenti: per i pm, De Santis ha sparato con indosso i guanti su cui sono state trovate tracce «univoche e compatibili» con la polvere da sparo. Per i periti, invece, l’ultrà romanista potrebbe aver avuto con sé i guanti, ma senza indossarli. In questo caso, lasciano intendere i tecnici nel documento, sarebbero stati sporchi di sangue come la mano e la pistola (che potrebbe anche essersi sporcata cadendo in terra, nello stesso sangue di “Gastone”). Seguendo la prima ricostruzione, De Santis sarebbe stato ferito dopo gli spari. Sulla perizia che ribalta la dinamica, invece, puntano i difensori dell’ultrà, che hanno già ipotizzato la legittima difesa e spiegato che il loro cliente è stato accoltellato più volte. I pm per risolvere il secondo enigma, quello della lama, attendono di acquisire la cartella clinica di “Gastone” e di sentirlo subito dopo l’incidente probatorio del 24 settembre. A quel punto, ai pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio rimarrà il compito di identificare i tifosi napoletani che aggredirono De santis: potrebbero essere indagati per tentato omicidio.