13/09/2014 23:25
ILMESSAGGERO.IT (A. Angeloni) - Si presenta con la cresta che cambia forma e colore una settimana sì e una no, con un centinaio di tatuaggi sparsi per tutto il corpo. Un benpensante lo guarda, storce il naso e, come si dice in questi casi, non gli darebbe una lira. Mai fermarsi davanti all'apparenza, perché spesso si va sbattere. Radja Nainggolan, detto il Ninja, quello con la cresta vistosa e i tatuaaggi, è ormai diventato l'uomo in più della Roma di Garcia atto secondo. Arrivato a gennaio scorso, quando il gruppo stava perdendo le speranze di vincere lo scudetto, ora è qui con la Roma che invece quella speranza l'ha ritrovata e il campionato è tutto da giocare. E' arrivato come prima alternativa del centrocampo, oggi è un titolare, anche se ufficialmente sta sostituendo Strootman, che in quel ruolo è tanta roba. Corre, lotta, è dappertutto, il piede poi non è così ruvido come potrebbe sembrare. Un gol con la Fiorentina, un altro con l'Empoli: la Roma ha sei punti e una buona parte del merito - dati alla mano - è suo. E quella sensazione di aver perso qualcosa quando ancora non era arrivato a Roma, si è trasformata in consapevolezza di poter raggiungere un traguardo importante, con lui al centro della squadra.
Nainggolan fa la sua parte, è in forma dal primo giorno di lavoro estivo, è uno di quelli che ha lavorato di più e meglio degli altri. Radja viene dalla polvere, non ha la pancia piena, anzi: a Roma sta trovando la giusta consacrazione, il trampolino che porta in paradiso. Calciatore apprezzato ma mai fino in fondo nel recente passato, oggi è un protagonista silenzioso, non a Cagliari, no a Piacenza, ma a Roma, una città calcistica ambiziosa e pretenziosa, forse solo un po' rattristata da tante delusioni vissute in passato.
Radja è consapevole del ruolo da one man show che il caso gli ha messo addosso quest'anno, ma per adesso preferisce nascondersi, con umiltà. «Il gol da tre punti? L’importante è che la squadra vinca, conta che portiamo a casa tre punti pesanti. Giocare in una squadra che lotta per lo scudetto non può che darmi un grande stimolo. L'Empoli? Non aveva niente da perdere, ci ha messo in difficoltà. Siamo solo all’inizio, c’è qualcosa da migliorare nella Roma, questo è certo. Abbiamo concesso troppo ma abbiamo combattuto e sofferto da grande squadra. Le mie prestazioni? Sono uno che lavora tanto, mi alleno tutti i giorni per migliorarmi e penso che il lavoro alla fine paga, al momento sto abbastanza bene». Che dire: lunga vita.