28/09/2014 12:12
LA REPUBBLICA (R. CAPPELLI - M. E. VINCENZI) - Dal fallimento della Sais Spa alla compravendita del terreno per lo stadio della Roma, la procura che procede per bancarotta contro gli ex patron della Sais, gli imprenditori Antonio e Gaetano Papalia, sta cercando di fare luce su una vicenda innicatissima. Il pubblico ministero Mario Dovinola vuole infatti capire cosa vi sia dietro la cessione del terreno di Tor di Valle dove dovrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma e se tutto è stato fatto in regola. In particolare se l'importo della vendita —42 milionidi euro—sia congruo, se i termini del pagamento—e quindi la dilazione in rate— sono corretti, se si è trattato di un atto lecito, o se, al contrario, si è trattato di una condotta distrattiva ( come altre ce ne sarebbero state, visto il reato per cui si procede) per cercare di alienare beni della società. Non ci sono solo gli accertamenti della procura a pendere sul destino del nuovo stadio della Roma. Ma anche il parere del curatore fallimentare, MaurizioBattista, che sta valutando la compatibilità della vendita da 42 milioni di euro con la garanzia di rifondere i creditori della Sais. In ballo c'è pure una possibile revocatoria dell'atto di compravendita e un controllo sul corretto versamento delle rate di pagamento. La società Sais Spa di Antonio Gaetano Papalia fallisce nel maggio 2014. È proprietaria del terreno di Tor di Valle — quello in cui dovrebbe sorgere il nuovo Stadio della Roma—che nel giugno 2013 vende alla società Eurnova di Luca Parnasi. La vendita del terreno diventa il fulcro del concordato preventivo che la Sais propone al giudice fallimentare Umberto Gentili, che però lo respinge. Con la motivazione che da quella vendita non sarebbero arrivati i soldi necessari ad estinguere i debiti con i creditori. Un parere negativo, dunque, emesso per difendere gli interessi dei creditori in attesa di essere risarciti anche con quei 42 milioni di euro che dovrebbero entrare con l'operazione Tordi Valle. Anche per questa ragione il curatore fallimentare, raccontano in Campidoglio, si è recentemente recato dall'assessore all'urbanistica Giovanni Caudo per spiegare l'intricata situazione e chiedere rassicurazioni circa i pagamenti delle rate per la vendita del terreno di Tor di Valle, in mancanza dei quali potrebbe partire una revocatoria. «Siamo assolutamente in regola con tutti i versamenti. rassicura l'imprenditore Luca Parnasi «La società Eurnova è stata capitalizzata a sufficienza e sta adempiendo a tutte le proprie obbligazioni. Non c'è nessun rischio revocatoria..