18/09/2014 11:53
LA REPUBBLICA (G. MURA) - Era molto importante che Juve e Roma partissero col piede giusto. Per sé, ma anche per tenere un po’ alto il morale del calcio italiano, mai così depresso come negli ultimi mesi. Il discorso vale anche per le squadre che giocheranno oggi in Uefa: sempre di Europa si tratta, anche se la passerella più prestigiosa è la Champions. Garcia aveva chiesto alla Roma, alla vigilia, gioia e allegria. Le ha avute, gioia, allegria, ma anche grandissima efficacia.
Avanti di due gol dopo dieci minuti, avanti di quattro dopo mezz’ora. Col Cska la partita del ritorno nel grande giro è scivolata via via, tanto più dopo il 5-0, verso le dimensioni di un buon allenamento. Gervinho, un incubo per i legnosi difensori russi, è stato ancora una volta l’apriscatole. Oltre alla solita velocità, una insolita freddezza in zona-gol: due, più un assist a Iturbe. I primi due gol, i più importanti, nascono da un assist di Gervinho per Iturbe, assist ricambiato dopo 5’. Iturbe ha un anagramma ben augurante per la carriera: buitre. Si è infortunato dopo 25’, è entrato Florenzi ma la manovra romanista non ne ha risentito.
Totti ha giocato prevalentemente arretrato in cabina di regia, inventandosi molte buone aperture. Il gol lo ha cercato solo nel finale, tanto ci avevano già pensato i suoi compagni. Molto sostanziose le prove di Keita a centrocampo e di Torosidis, a parte un paio di leggerezze sulla sinistra. La stessa allegria, sarebbe bello che la sentissero anche quelli che aspettano l’arrivo dei tifosi avversari per prenderli a coltellate. Alla lunga questo può essere il limite di una squadra che sta ritrovando la sua grandezza.
La Juve invece non è partita a razzo. Ha giocato in apparenza senza l’ansia del risultato, ma era inevitabile che dopo un po’ il Malmö evocasse fantasmi danesi. Poi Tevez ha interrotto il suo lungo digiuno e si è ripetuto su punizione allo scadere. La Juve europea non ha una faccia diversa da quella di campionato: segna poco, giusto quello che serve, e non incassa gol. Sull’unica occasione costruita dal Malmö ha provveduto Buffon. La Juve non aggredisce ma nemmeno si fa aggredire, e questo è già un buon punto di partenza. Ovvio che nelle prossime partite servirà una maggiore concretezza negli ultimi venti metri, ma l’impatto morbido di Allegri fa capire che grandi problemi per ora non si vedono all’orizzonte e che la rosa ha numeri che bastano a non far rimpiangere assenze di peso. Attenzione però, perché il girone si complica dopo l’inattesa sconfitta dell’Atletico ad Atene. Intanto, per una difesa imbattuta, si profila un interessante test col Milan sabato a San Siro.