28/09/2014 20:35
REPUBBLICA.IT (F. BOCCA) - Milano a centroclassifica. Magari non proprio il centroclassifica tradizionale quello che alla Domenica Sportiva di Tortora, Stagno, Pigna o Ciotti identificavamo tra la metà della prima colonnetta a sinistra e la metà della seconda a destra. Lì Milano non c’era mai ma proprio mai. Centroclassifica nel senso che sia Inter che Milan oggi hanno più o meno la metà dei punti di Juventus e Roma, altro campionato. Anzi, proprio altro pianeta. Se fossimo a Monza in Formula 1, Juventus e Roma starebbero per doppiare Milan e Inter. E dopo appena 5 partite: che è praticamente 1/7, 1/8 di campionato. Se si continuasse con questa differenza di rendimento, a spanne, direi che si finirebbe con 35-40 punti di distacco. Non finirà così, però…
Siamo di fronte dunque non a Milano ma a quel che resta di Milano. Due squadre costruite fingendo di essere ancora grandi, che si credono, probabilmente, ancora grandi. Ma che invece appartengono ormai al rango della provincia. Certo Milan e Inter hanno più soldi del Cagliari o del Cesena, che le hanno fermate o addirittura maltrattate, ma al contrario di loro non hanno una dimensione reale, concreta di loro stesse. Milan e Inter sono due squadre virtuali, la parvenza di due grandi squadre. Il Berlusconi che benedice tutte le settimane la squadra comincia a diventare patetico, l’invenzione di allenatori in ricordo del coraggio che ebbe con Sacchi e della fortuna che ebbe con Capello ormai fa cilecca a ripetizione. Eric Thohir finora ha pure speso dei soldi ma non ha dato una sua fisionomia alla squadra. Mazzarri non era il suo allenatore. Li vedi e capisci che non sono fatti l’uno per l’altro. Che Inter vuole Thohir? Non si capisce. Il successo di Juventus e Roma è l’altra faccia della caduta di Milano. Sono due grandi squadre, ma l’estinzione di avversari storicamente potenti, sta loro rendendo la vita troppo facile.