11/09/2014 11:11
GASPORT - Una «pozza di sangue», nel punto esatto della sparatoria. Solo che quel liquido ematico, rilevato dagli accertamenti tecnici del Racis, appartiene a Daniele De Santis, l’uomo indagato per l’omicidio di Ciro Esposito e il ferimento degli altri due tifosi napoletani raggiunti dai proiettili. E tutto quel sangue, localizzato all’interno del vialetto e di fronte alla recinzione del Ciak Village, fa ipotizzare ai carabinieri che dal contatto con i napoletani agli spari siano trascorsi alcuni, importanti secondi in cui «De Santis, caduto a terra — si legge nelle conclusioni della perizia in mano al gip Giacomo Ebner —, viene aggredito e comincia a perdere abbondantemente del sangue (e non si esclude che proprio in questa fase sia stato utilizzato un coltello a serramanico per mano di uno dei tifosi partenopei)». A quel punto — proseguono i carabinieri —, «si ritiene che De Santis, sopraffatto dagli aggressori, ferito e sanguinante, con le mani sporche del suo stesso sangue abbia impugnato l’arma ed abbia esploso i quattro colpi ferendo i tifosi napoletani (uno dei quali, presumibilmente Alfonso Esposito, avrebbe «tentato di afferrare l’arma»)».
Clamoroso Dunque, secondo l’indagine del Racis — la prima perizia super partes — De Santis ha sparato, ma prima è stato aggredito o addirittura ferito da una o più coltellate da Ciro Esposito, Raffaele Puzone e, presumibilmente, Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti, che al momento sono indagati per rissa e lesioni. Un elemento che, se confermato, cambierebbe il contesto in cui l’ex ultrà romanista ha sparato e, forse, anche le responsabilità di chi lo ha inseguito, raggiunto e aggredito (?) per vendicare il suo assalto al pullman.
Reazioni «A questo punto — dichiarano gli avvocati difensori Michele D’Urso e Tommaso Politi — ci sembra doveroso che le indagini della Procura siano volte anche a chiarire la dinamica di quello che a tutti gli effetti appare un tentativo di omicidio nei confronti del nostro assistito». Per il quale, sempre secondo la perizia del Racis, si esclude che abbia utilizzato i guanti sui quali sono state rinvenute tracce di polvere da sparo, almeno nel momento della sparatoria. «Perché altrimenti — scrivono i periti — vi sarebbero state rinvenute anche tracce ematiche del De Santis». Detto che questa e altre ipotesi cozzerebbero con alcune testimonianze a disposizione dei pm Albamonte e Di Maio, ieri i legali della famiglia Esposito hanno ribattuto: «Inverosimile l’ipotesi della legittima difesa, chiaro invece che è stato De Santis a uccidere il povero Ciro».