La Roma prepara una festa doppia

27/09/2014 10:40

IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Quel che sarà, da qui a nove giorni, affascina. L’attesa lievita, in à e a Trigoria. Più che comprensibile. Il , martedì a Manchester, e la , domenica 5 ottobre a Torino: le due tappe della prossima settimana sono già al centro del pianeta Roma. «Io però penso solo al Verona. Le altre partite per me non esistono». si ferma all’Olimpico e non va oltre, anche se le due trasferte serviranno per testare le ambizioni in e nella lotta al titolo: appuntamento oggi pomeriggio, alle 18, contro la formazione di Mandorlini per consolidare il primato in classifica e aspettare, in serata, il risultato dei campioni d’Italia, in campo a Bergamo alle 20,45, contro l’Atalanta. «I miei giocatori hanno già dimostrato, prima del debutto in coppa, di essere con la testa solo al campionato e quindi al match di Empoli. Tutte le gare per noi sono ugualmente importanti».

SCELTE COMPLICATE –  si deve affidare ancora al . E più che nelle precedenti partite. Con 8 infortunati (più Curci), non è che possa però cambiare troppo (sempre 5 novità in campionato e 6 in ). «Voglio tutti al cento per cento e anche per questo il gruppo sarà identico a quello di Parma. Poi avremo due-tre giorni per vedere se qualcuno torna con noi. Ci penseremo dopo». Il riferimento è all’ex gialloblu che ha ripreso a lavorare. Contro il Verona, ecco gli stessi 23 convocati del viaggio in Emilia, compreso il diciottene Verde (ieri 5° gol con la Primavera in 4 partite e 72 minuti giocati contro l’Avellino). La sorpresa, subito o in corsa, può essere (diventerebbe il 21° utilizzato): a centrocampo i giocatori sono contati, con unico, con , a non aver saltato nemmeno un minuto in 5 partite. « è pronto per fare il titolare: arriverà il suo momento perché non possono giocare sempre gli stessi. Anche può aiutarci. Oppure posso giocare con quattro giocatori più offensivi». Quindi con il che però resta l’opzione di scorta. Le somme le tirerà mezzo al campo, dove come playmaker (di ruolo) ha solo . Guardando quindi a Manchester e Torino, magari senza dirlo. E’ più esplicito, invece, quando difende nuovamente «leader e campione», e definisce «il guerriero». Il primo c’è, l’altro ancora no.