29/09/2014 09:20
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - A Manchester, all’ora di pranzo, non sbarca solo la capolista (a punteggio pieno) del campionato italiano. Si presenta in Inghilterra anche la leader del gruppo E di Champions. Vale la pena ricordarlo, alla vigilia del secondo match contro il City di Pellegrini, domani sera all’Etihad stadium: la miglior differenza reti (+4) ha lanciato la Roma che è davanti al Bayern Monaco di Guardiola (+1). Nella prima giornata, 16 e 17 settembre scorsi, del principale torneo continentale, il gruppo di Garcia si è presentato con prepotenza e autorità. Da big. A parte il 6 a 0 del Porto contro il Bate Borisov (Bielorussia), soltanto il Real campione in carica, tra le grandi di questa edizione, è riuscito a vincere, contro il Basilea al Bernabeu, con lo stesso punteggio dei giallorossi (5 a 1), capaci di annientare all’Olimpico il Cska Mosca, con quattro reti in mezz’ora. La prestazione contro i campioni russi è ancora agli atti: il 67,5 per cento nel possesso palla (solo il Barcellona di Luis Enrique, 71,7, e la Juventus di Allegri, 69,9, hanno fatto meglio) e il 90,9 per cento nei passaggi riusciti (davanti, con il 91, ancora i blaugrana di Lucho)
IMPRONTA INTERNAZIONALE - Pjanic, prima di Garcia, ha chiarito il pensiero di chi vive lo spogliatoio di Trigoria: «La Champions è per giocatori di qualità e quindi si adatta meglio alle nostre caratteristiche. In campionato le avversarie si chiudono e in Europa no». La Roma fin qui ha sempre vinto: 6 partite su 6 (compresa quella di coppa). A volte, però, ha faticato in Italia. In casa e fuori. Basta pensare alla trasferta di Empoli e alla partita di sabato pomeriggio contro il Verona. Se i giallorossi hanno la possibilità di giocare, diventano efficaci e al tempo stesso spettacolari. Sanno alzare il ritmo quando serve, fare pressing alto, gestire e affondare, aggredire e aspettare, controllare e ripartire. L’organico completo permette più opzioni. Sui lati, sia dietro che davanti. E anche a centrocampo, dove gli infortuni di De Rossi, Strootman e dello stesso Uçan pesano tantissimo. Il reparto è quasi dimezzato e attualmente devono giocare sempre gli stessi. Il debutto di Paredes, in questo senso, è stato fondamentale: il ventenne sembra pronto come alternativa.
ANCORA ROTAZIONE - Garcia, al momento, ha scelta solo in attacco, dove ha recuperato pure Iturbe. In quel settore farà il turnover: dentro Gervinho e Florenzi, provati ieri con Totti, fuori Destro e Ljajic, con il centravanti che, avendo giocato tutta la gara contro il Verona, potrebbe entrare in corsa al posto del capitano. Se il tridente, insomma, può essere aggiornato anche durante la gara, è più difficile intervenire negli altri reparti. A centrocampo partiranno sicuramente Pjanic, Keita e Nainggolan. Se servissero all’improvviso corsa e fiato, ecco Florenzi da arretrare, soluzione che però piace poco al tecnico giallorosso. Dietro Garcia ha solo due centrali a disposizione: Manolas e Yanga-Mbiwa giocheranno il quarto match di fila. Tandem ormai affiatato che però non ha tempo per rifiatare. Come invece accade ai terzini: contro il City, Torosidis a sinistra per Cole, con la conferma di Maicon a destra. Con il greco in campo, sarebbero 3 le novità dall’inizio: il terzino più Gervinho e Florenzi. Quindi 3 come contro il Verona.
PORTIERE IN BILICO - De Sanctis non sta bene: il portiere è in dubbio per un fastidio muscolare alla coscia, è in dubbio. L’imprevisto preoccupa Garcia che, in caso di forfait del titolare, sceglierebbe Skorupski che però non gioca dal 19 agosto (amichevole con il Fenerbahce all’Olimpico). Il polacco, comunque, ha fatto esperienza in estate, negli Usa durante la Guinness Cup, contro il Liverpool, lo United, il Real e l’Inter.
CAPITANO A DIGIUNO - La Roma, nella sua storia, ha vinto una sola volta nei 17 match in Inghilterra, con Capello in panchina e nella stagione del terzo scudetto: 1-0 contro il Liverpool (ritorno degli ottavi di finale della Coppa Uefa 2000/01). Successo inutile, dopo lo 0 a 2 dell’Olimpico, e giallorossi eliminati. Totti, invece, non ha mai segnato nelle 9 trasferte inglesi e non è mai tornato a casa con i tre punti (il 22 febbraio 2001, gol di Guigou ad Anfield, era assente): striscia negativa partita nel novembre 1998. Unico sorriso, nell’amichevole con l’Italia di Trapattoni il 27 marzo 2002 a Leeds: 2 a 1, contro l’Inghilterra di Eriksson, con doppietta di Montella, entrato proprio al posto dell’amico Totti dopo l’intervallo (una curiosità: anche Cole giocò la ripresa di quella partita). Il capitano, ancora nessuna rete nelle prime 6 gare stagionali, vuole sfruttare il viaggio per interrompere l’astinenza. Qui e oltremanica.