30/09/2014 11:11
GASPORT (C. LAUDISA) - Lasciamo al campo i suoi verdetti. La corsa europea di Juventus e Roma è appena iniziata e pone subito alti ostacoli. La cifra tecnica delle avversarie è sotto gli occhi di tutti, ma i veri interrogativi riguardano soprattutto il futuro. I campioni d’Italia e i rivali giallorossi nelle ultime stagioni hanno bruciato le tappe sul fronte interno, mettendosi alle spalle storiche contendenti, a lungo anche più accreditate. A questo punto l’affascinante sfida continentale impone loro un ulteriore salto di qualità. Non è un compito semplice a prescindere dalla mano di Allegri e Garcia e dalle prodezze di Tevez e Gervinho. Su questo versante, infatti, entra in gioco il tema della competitività globalizzata con le tortuose vie del Fair-play finanziario. Non è un caso che le prossime avversarie Atletico Madrid e Manchester City per vie diverse siano entrate nel mirino degli ispettori di Michel Platini.
Il club madrileno, esempio per certi versi virtuoso, nelle ultime stagioni non ha onorato tutti i suoi debiti e ciò ha meritato la censura europea. Addirittura la società dello sceicco Mansour ha dovuto patire una multa salata a causa del suo enorme rosso di bilancio. Evidentemente le loro strategie di espansione in questi anni sono state borderline, vizietto comune a un bel po’ di società che vanno per la maggiore in Europa. I provvedimenti appena presi dall’Uefa sono solo l’antipasto di una cura che meriterà monitoraggi approfonditi anche in futuro. E questa politica punta in maniera evidente a bilanciare le sperequazioni ormai esplicite. Il calcio italiano negli ultimi tempi ha provato a stringere la cinghia, più per necessità che per altro. Diciamo che i paletti imposti da Nyon hanno indotto le nostre società di punta a mettersi in fretta in regola. Ma ciò non basta a colmare il gap. Prendiamo il caso della Juventus che ha appena chiuso il suo bilancio con un rosso di soli 6,7 milioni di euro. I suoi parametri appaiono eccellenti, anche il fatturato è in salita e ha toccato i 315 milioni. I margini di crescita sono importanti e inducono all’ottimismo. Tuttavia le grandi corazzate d’Europa ormai viaggiano a velocità enormemente superiore. Se il Real Madrid è vicino a sfondare il muro dei 600 milioni di fatturato è facile dedurre che i rapporti di forza in campo lasciano poco spazio alla fantasia, visto che subito dietro poi ci sono colossi come Barcellona, Bayern Monaco e Chelsea con ricavi non lontani da quelli dei campioni d’Europa in carica. Paradosso vuole che gli 007 Uefa a breve chiederanno lumi anche a Roma e Inter sugli ultimi suoi esercizi. Le norme impongono che il check-up valga per tutte le società che competono nel coppe e sia i giallorossi che i nerazzurri nell’ultima stagione ne erano rimasti fuori. Ben vengano i controlli, sinonimo di equidistanza. Ma è evidente che il tema è molto più ampio. All’estero i copiosi investimenti degli ultimi anni hanno portato ad una crescita a pioggia, mentre dalle nostre parti c’è stata carenza di capitali. È dura stare al passo. Nonostante il Fair play finanziario.