19/09/2014 10:09
LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Altro sangue sulle notti dell’Olimpico. Negli occhi ancora la drammatica sequenza della morte in strada di Ciro Esposito, e il primo match in notturna a Roma da quel tragico 3 maggio ha riproposto un far west a colpi di lame, mazze e bangala. Roma-Cska si è trasformata in una nuova notte di guerriglia in strada, coinvolgendo auto e passanti, gente comune impegnata a raggiungere lo stadio o semplicemente a tornare a casa e catapultata nel budello di scontri tra frange ostili.
Otto arresti, 7 russi e un romano — scarcerati in attesa del processo — e 19 feriti, 2 tifosi moscoviti, 4 agenti, 13 steward: è il bilancio della prima partita serale della stagione romanista. La questura ha denunciato l’assenza di polizia di Mosca al seguito degli ultrà del Cska: «Dalla Russia segnalazioni non adeguate, indicavano un numero bassissimo di tifosi pericolosi», la difesa del questore Mazza. Ma il problema delle notturne romane è ingombrante e mette in imbarazzo chi coordina e gestisce la sicurezza. Nei match a rischio l’Olimpico è una roulette russa, la Lega di A ha rinunciato alla sede capitolina: la finale di coppa Italia 2015 si giocherà a Milano, e non solo per far da volano d’immagine all’Expo. Niente Roma anche per la Supercoppa che emigrerà il 22 dicembre in Qatar. Non c’è dubbio che l’immagine più cupa nella notte dell’Olimpico sia la coltellata all’addome con cui è stato ferito un ultrà russo. L’ultima evoluzione della “puncicata”, contro cui anche la Curva Sud aveva manifestato disapprovazione il 30 agosto, dichiarandosi incapace di gestire i «cani sciolti . Mentre l’opera di prevenzione continua a far fiasco nonostante il cambio al vertice, dopo il 3 maggio, del Gruppo operativo di sicurezza. Eppure era ampiamente annunciata l’invasione di militanti moscoviti dell’ultra destra nazionalista: 7 sono stati arrestati, 2 all’ingresso armati di coltelli serramanico, gli altri in possesso di un arsenale: mazze, bastoni, paradenti, guantoni hanno aggredito all’interno dell’impianto prima gli steward, poi gli agenti, uno ricoverato con la mandibola fratturata e una prognosi di 30 giorni. La polizia non ha potuto intervenire più rapidamente, la linea tacita imposta dall’alto è di provare a risolvere le situazioni di criticità senza l’intervento delle forze dell’ordine, per non riflettere l’immagine di stadi militarizzati.
«L’Uefa non può tollerare queste scene», sbotta il segretario generale Infantino, «ma delle sanzioni si occuperà la disciplinare ». Che il 22 settembre potrebbe vietare le trasferte per uno o più turni al Cska. Intanto però il decreto sicurezza sembra scivolato senza risultati, del piano “Roma capitale sicura” non si parla più. Oggi l’Uefa deciderà se affidare a Roma l’ospitalità un intero girone degli Europei del 2020. Intanto, le notti dell’Olimpico continuano a far paura.