10/09/2014 10:23
CORSERA (G. PIACENTINI) - È atterrato a Fiumicino pochi minuti dopo le 13 con un volo proveniente da Miami. Occhiali da sole, berretto e zero voglia di parlare, Maicon ha tirato dritto davanti ai cronisti e se n’è andato a Trigoria dove ad attenderlo c’era Rudi Garcia e non Walter Sabatini, che nel frattempo aveva ricevuto la telefonata di Gilmar Rinaldi: il coordinatore delle nazionali brasiliane aveva confermato la versione dell’esclusione per il rientro ritardato in ritiro. Episodio che - ma questo Rinaldi non lo ha detto - avrebbe scatenato una lite furibonda tra lui e il calciatore, poi degenerata. La spiegazione della federazione brasiliana è stata confermata anche da Maicon ed è bastata alla Roma, che non interverrà con sanzioni disciplinari: lo avrebbe fatto solo in caso di comportamenti gravissimi da parte del difensore, che però non risultano dalle versioni ufficiali. La società giallorossa è uscita rassicurata anche dai colloqui con Maicon, che si è prima fatto visitare dallo staff medico, che non ha rilevato particolari problemi fisici, e poi ha parlato con Rudi Garcia. Al tecnico ha detto di essere subito disponibile e oggi si allenerà con il gruppo. La scelta di mandarlo in campo contro l’Empoli, poi, dipenderà solo dal tecnico. Chi ci sarà è Juan Manuel Iturbe. «Ho scelto la Roma - le sue parole a Roma Tv - perché è la squadra che più mi ha voluto. Garcia ha parlato tanto con il mio procuratore per farmi venire qui». Coi tifosi si è instaurato subito un bel rapporto.
«Ho giocato al River Plate ma penso che la curva della Roma sia veramente bella. Hanno tanta fiducia di me, ma devo andare piano e imparare dagli schemi dell’allenatore. La gente mi aiuta a stare bene e tranquillo in campo». La partenza è stata quella giusta. «Era importante vincere contro la Fiorentina, una squadra molto forte. La Juventus? È grande ma la Roma è cresciuta: possiamo fare tante cose belle. Anche in Champions ». A Roma ha trovato grandi campioni. «Totti lo guardavo in tv, lui è un fuoriclasse e una grande persona perché aiuta i compagni. Le punizioni? Sono il mio punto più forte: mi piace batterle per fare gol, ma solo quelle da destra perché a quelle da sinistra con Totti e Pjanic nemmeno mi avvicino. Il mio gol più bello l’ho fatto su punizione, alla Lazio. So che a Roma è bello giocare il derby e vincerlo ». Il gol nel derby dello scorso anno è probabilmente l’ultimo bel ricordo calcistico di Federico Balzaretti, che è tornato a parlare del suo infortunio. «Per i medici - le sue parole al settimanale «Chi» - forse non potrò più giocare a calcio. Sono consapevole che oggi, in campo non riuscirei a disputare una partita intera. Devo ripartire mentalmente da capo. Non mi vergogno a dire che ho pianto, davanti ai miei compagni e al telefono con mia moglie, ma non davanti alle mie figlie. Per fortuna che c’è la mia famiglia, la luce. Anche la Roma è stata splendida con me, il presidente James Pallotta avrebbe potuto mandarmi via invece ha scelto di insistere con me».