19/09/2014 09:20
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Adesso si può dire: meglio la coppa. In controtendenza con quelli che sono stati i propositi iniziali di proprietà, dirigenti e allenatore, con l’obiettivo dichiarato dello scudetto, la Roma ha subito mostrato di volere farsi largo anche in Europa. Dove, e non c’è da meravigliarsi, si trova a suo agio. Addirittura più che in Italia. Non fa niente che negli ultimi tre anni non abbia partecipato alla Champions. A vederla in campo contro il Cska Mosca è sembrata di casa nella competizione continentale. Come se non ne fosse mai rimasta fuori. Completa e solida. Di statura internazionale nei singoli e come squadra. Nessuno avrebbe mai creduto di trovarla pronta e preparata già al via. Costruita, analizzando il dna di ognuno dei suoi interpreti, proprio per il torneo riservato alle big. E alla faccia del gruppo E, il più terribile che ci sia in questa edizione, almeno a sentire esperti e protagonisti.
AMBIZIONE E CARATTERE - Pjanic, a fine partita, è stato il più esplicito: «In campionato le avversarie si chiudono, mentre in Europa no. C’è più qualità e la Champions si adatta bene alle nostre caratteristiche». Il messaggio è chiaro. Le rivali, non solo il Bayern Monaco e il Manchester City, sono avvisate. Garcia, dal canto suo, ha ottenuto quanto desiderato. Perché ha convinto il suo gruppo a godersi fino in fondo il ritorno in Europa. «Bel gioco e bella Roma. Piacere condiviso con i nostri tifosi. Adesso concentriamoci sulla partita di domenica contro il Cagliari» il tweet di Rudi per elogiare il suo gruppo, dopo la partenza coinvolgente e spregiudicata nel torneo e ancora di più nel match. Pressing e baricentro alti, almeno tre registi a far girare il pallone, Keita dietro, Totti e proprio Pjanic più avanti, ritmo frenetico e frecce scagliate come fossero raffiche, con i tagli di Gervinho e Iturbe e le accelerazioni di Maicon, con Nainggolan che ruba palloni per restituirli in fretta ai compagni. Velocità e intensità per non dare il tempo al Cska di organizzarsi. E per chiudere il match il prima possibile. Efficace come mai: l’80% dei tiri nello specchio della porta (8) trasformati in gol (5). Tutto studiato nei particolari dal francese di Nemours che, continuando la striscia iniziata la stagione scorsa, si annuncia alla Champions con il primo record stagionale: mai la Roma era arrivata a far centro cinque volte nella competizione continentale, fermandosi a quattro gol il 12 settembre del 2006 contro lo Shakhtar (stesso scarto, però: 4-0, con Spalletti in panchina).
NUMERI DA BIG - Il torneo offre le prime indicazioni. Il Barça fa più possesso palla (71,7%) della Juve (69,9%)e della Roma (67,5%). Sul podio, dunque, tecnici che conosciamo bene: Luis Enrique, Allegri e Garcia. Che i giallorossi, meno quotati di blaugrana e bianconeri, siano lì, davanti anche al Bayern di Guardiola, qualcosa sta a significare. E’ la qualità che ha chiamato in causa Pjanic, capace di chiudere la gara con il 95 per cento dei passaggi riusciti. Nainggolan con il 97 e Keyta, l’anima della Roma d’Europa, con il 98. Tre centrocampisti che tracciano, con più di cento giocate a testa (facili o difficili che siano, sono agli atti), il copione vincente di Garcia, stile Francia anni Ottanta. Con Totti al centro della giostra (82 per cento). Il Barcellona di Messi e Neymar, nei passaggi riusciti, è avanti di niente: 0,1 per cento (91% contro il 90,9% dei giallorossi). Iturbe è il miglior assist man: dopo aver realizzato la prima rete ufficiale con la nuova maglia, in venti minuti manda anche in porta Gervinho e Maicon. Nessuno, nella due giorni di in Champions, ha dato 2 palle gol. E facendo in fretta.
COMPLIMENTI DAGLI USA - Pallotta è ovviamente raggiante per la prova di forza della Roma contro il Cska. Dagli States si è fatto subito vivo con i dirigenti per chieder loro di ringraziare Garcia e i giocatori per la prestazione di mercoledì sera. Anche lui si è entusiasmato per il gioco e per la cinquina. E per il risultato: vincere in Europa fa bene al marchio giallorosso che deve crescere in fretta. Il club, ancora senza main sponsor, sa quanto la Champions può diventare decisiva nelle future negoziazioni.