12/09/2014 10:35
CORSERA (L. VALDISERRI) - Francesco Totti ha promesso di restare senza gelato per un anno, se vincerà lo scudetto. Walter Sabatini non rinuncerà nemmeno a una sigaretta. «Perché in quel caso sarebbe celebrativa e perché, semmai, rinuncio ad altro». Però nello scudetto ci crede perché ha consegnato «a Rudi Garcia una squadra competitiva, che a lui piace», perché ci sono «due e a volte tre giocatori per ogni ruolo» e perché «una squadra che ha fatto 85 punti e poteva farne qualcuno in più deve puntare al massimo traguardo».
C’è naturalmente il mercato, passato e futuro, nella conferenza stampa del d.s. da 50 milioni di euro di plusvalenze. E mercato non può che significare Mehdi Benatia: «Il presidente Pallotta è stato esaustivo e il Bayern Monaco ci ha detto che gradirebbe chiudere la vicenda, però credo di dover aggiungere qualcosa. Quando Benatia è arrivato a Roma, nella scorsa estate, aveva un’offerta da una squadra italiana molto superiore alla nostra. A gennaio ha ricevuto sollecitazioni esterne ed è venuto da noi dicendo di voler restare a certe condizioni. Gli abbiamo detto che quei soldi la Roma non poteva e non voleva darglieli, ma che gli avremmo adeguato i l cont rat to. Quando ho fatto il prezzo di 61 milioni parlavo del monolite Benatia, tenuto in piedi da un fuoco sacro. Il Benatia ceduto a 28 milioni più 4 di bonus non è più lo stesso giocatore, ma era il suo simulacro. Il monolite si è disgregato. Non aveva più le stesse motivazioni, non era più il giocatore che abbiamo tanto apprezzato».
Diverso il discorso per Dodò, un pallino del d.s. che, come Lamela, è stato però ceduto: «L’ho fatto per salvargli la vita. Ho avuto la convinzione che il ragazzo non avrebbe potuto crescere in questo ambiente, che lo ha sempre bas tonato. Lamela e Marquinhos, invece, sono stati ceduti per motivazioni economiche e tecnico-tattiche». Il mercato è anche futuro. Cioè Adrien Rabiot: «È un giocatore eccezionale, del ‘95, ci piace moltissimo ma non lo prenderemo a parametro zero. Il nostro comportamento sarà lineare e qualsiasi scelta la faremo in sintonia con il Paris Saint Germain». Il mercato non deve essere Kevin Strootman, che è sempre nel mirino di Louis van Gaal per il suo Manchester United: «Il nostro vero acquisto di gennaio sarà Strootman, che tornerà a giocare anche prima ma che, probabilmente, sarà al top in quel periodo. Per noi, oggi, Kevin è incedibile, ma nel calcio bisogna contestualizzare tutto. Certamente il giocatore riceverà delle offerte e noi lo proteggeremo ».
Così come è successo con Mattia Destro: «Ho ascoltato delle offerte per lui, è vero, ma non c’era l’idea di venderlo. Diciamo che ho ceduto alla vanità di sentire quelle proposte per poi rispondere di no». La difesa di Maicon è a spada tratta: «Sta bene, è stato un campione e continua ad esserlo. Maicon, per venire alla Roma, ha lasciato molti soldi al Manchester City, accettando un’offerta modesta rispetto al suo valore. Quando leggo che Maicon fa il furbetto per questioni economiche inorridisco. Gli dobbiamo un assoluto rispetto. Ognuno di noi vive tre vite: quella pubblica, quella privata e quella segreta. Lasciamogli fare un paio di cose come vuole lui, se poi tira il gruppo in allenamento e gioca, come ha fatto l’anno scorso, anche sopra al dolore».
Il finale è sul derby tra Lotito e De Rossi: «Vorrei che Lotito non dicesse più che qualcuno non può parlare perché è un dipendente. I padroni delle ferriere, nel calcio, non ci sono più. De Rossi non dice mai cose banali. Il presenzialismo di Lotito è anche divertente, ritengo sia in contrapposizione con i tifosi della Lazio, che non lo vogliono. E allora lui va in nazionale e si mette pure la tuta...».