Serbatoio a secco. Nella prima di A il 55% di stranieri. Altro che novità: Italia senza risorse

02/09/2014 11:26

GASPORT (F. LICARI) - Si fa presto a dire rinnovamento dell’Italia. Ma quale rinnovamento? Con quali azzurri? Dalla nuova Serie A arriva una statistica impietosa che fa capire quanto sarà duro il lavoro del c.t., si chiami o meno, se non cambia la gestione politica del fenomeno. Statistica che ci avvicina sempre più all’Inghilterra: alla quale dovremmo invidiare la forza della sterlina attiracampioni, non certo la gestione degli indigeni. Ricordate l’allarme di Fabio Capello allora selezionatore: «Troppi stranieri, ho pochissimi inglesi da chiamare»? Ci stiamo avvicinando a questo eccesso. Nella prima di campionato il 55% dei titolari era straniero. Se consideriamo le sostituzioni, peggio: 56,6%. E non parliamo dei sei club nelle coppe europee: dalla al Torino la percentuale di «non» italiani raggiunge il 73%. Rinnovamento? E con chi dovrebbe rinnovare ?

Italiani meno bravi? Non ci sono italiani perché, si dice, gli stranieri occupano i ruoli chiave: difensori centrali, play, attaccanti. Ma il motivo? Accontentarsi della spiegazione di comodo non va bene. E non è quello che dovrà fare il quale, dall’alto del suo ruolo istituzionale (coordinatore, non semplice c.t.) e della sua autorevolezza, pretenderà interventi. C’è di sicuro una motivazione economica in questo «sbilancio» – spesso acquistare all’estero conviene – ma ce n’è un’altra tecnica, inequivocabile: i nostri sono meno bravi. Si capisce dal fatto che, pur in un mercato globale, siano pochi gli emigranti di successo (e l’attaccamento alle gonne delle mamme non c’entra).

No rinnovamento Mancano strategie e progetti. Manca la volontà di un serio investimento nei settori giovanili, al di là delle belle parole, dalla culla alla A. Ecco spiegate intanto due cose: 1) dopo il Mondiale vinto, l’asse portante dell’Italia è composto sempre dagli stessi, cioè Buffon, Pirlo, Chiellini, , più Marchisio, con la carta d’identità che però non si ferma, mentre i nuovi arrivati, con tutto il rispetto, devono ancora dimostrare di essere all’altezza (guardare i campetti per credere); 2) non abbiamo più un serbatoio ricco quale quello di Spagna e Germania, ma neanche di Francia, Belgio, Portogallo, Olanda.

Regole comunitarie All’origine c’è la questione legale: il Trattato comunitario, firmato anche dall’Italia, non ammette discriminazione per nazionalità. Il famoso idraulico portoghese ha tutto il diritto di esercitare in Germania. Si dirà: lo sport, e il calcio in particolare, sono un’altra storia. Ma lo stesso non è ammessa la discriminazione (per comunitari e assimilati, non per gli «extra»). C’è la specificità dello sport, che almeno «salva» le nazionali dagli stranieri, ma non l’«eccezione sportiva», l’unica via d’uscita legale che consentirebbe di limitare il numero degli stranieri per squadra. Non si può fare: la Corte di giustizia Ue bloccherebbe ogni tentativo. Se non cambia il Trattato, meglio rassegnarsi: l’invasione straniera è destinata ad aumentare. La si può combattere, sportivamente, soltanto elevando il valore dei nostri. Anche Blatter andò a sbattere sul 6+5 (6 selezionabili per la nazionale minimo in campo).

Prossima percentuale Al momento per l’Italia restano cifre che, in questo caso, non sono spesso gusci vuoti come il possesso palla. Secondo le statistiche del Cies (centro studi svizzero sullo sport) l’Italia è 31a su 31 paesi europei per l’impiego di giocatori dei vivai; e soltanto Cipro, Inghilterra, Portogallo, Belgio e Turchia schierano più del 50% di stranieri (come l’Italia). Aggiungiamo che nella prima giornata del campionato 2009-10 gli italiani titolari erano il 60,5%: la percentuale si riduce a ogni stagione, implacabilmente, e nel 2011-12 siamo arrivati al 50% soltanto. Quindi il 45% di sabato e domenica (99 titolari su 220). Con una squadra, la , composta da 11 stranieri (e al contrario il Sassuolo con 11 italiani, ma si tratta di un’eccezione). Se non si interviene, il traguardo del 40% di italiani si avvicinerà. Fino al giorno in cui , o chi per lui, avrà appena 23 selezionabili. Tutti in Nazionale. Evviva.