06/09/2014 11:50
LA REPUBBLICA (P. BOCCACCI) - Stadio della Roma, il giorno dopo il via del Campidoglio parla il governatore Zingaretti e promette: «Noi vigileremo che tutto venga fatto nel maggior rispetto possibile. Siamo coscienti dell’importanza che ha per la città e seguiremo l’iter con assoluto rigore, affinché i passaggi, le garanzie e la trasparenza siano rispettate ». Ecco il timing: dopo l’approvazione della delibera di giunta da parte del consiglio comunale gli imprenditori dovranno presentare un progetto nel rispetto dell’atto e il compito della Regione sarà quello di convocare la Conferenza dei servizi, in modo da verificare, in 180 giorni, che il piano presentato dalle imprese sia in sintonia con la delibera. Intanto il sindaco Marino insiste sui tempi. «Sono assolutamente certo» afferma «che ci sia tutto l’interesse dei privati ad accelerare il più possibile. Noi dobbiamo fare la nostra parte e farla rigorosamente. E l’abbiamo fatto lavorando anche a Ferragosto. Ora ci sarà il voto dell’assemblea che il presidente dell’aula convocherà al più presto». E Coratti annuncia: «Cominceremo a discuterne nell’aula di Giulio Cesare mi auguro dal 15 settembre. Prima devono dare il loro parere i Municipi e poi le Commissioni competenti. L’11 convocherò la riunione dei capigruppo per studiare il calendario». Mentre per il dg della Roma Baldissoni «giovedì è stato un giorno storico».
Per il resto è polemica nel Pd dopo gli scontri tra le correnti sullo stadio. «È sbagliato rappresentare il dibattito nel partito democratico come una “guerra tra bande”» sostiene il deputato Umberto Marroni «tanto più in questa circostanza in cui finalmente non si sta parlando né di rimpasti né di nomine, ma su un progetto di trasformazione della città». «Inoltre» continua «pur sbagliando il segretario Cosentino a rappresentare il Pd come un partito diviso personalizzando la discussione, il dibattito ha permesso di apportare miglioramenti al progetto. Infatti le questioni della proprietà e delle opere pubbliche, temi da me sollevati, sono divenute oggetto di confronto. Sono totalmente d’accordo sull’opportunità di realizzare lo stadio della Roma, ma bisogna dire che ad oggi la struttura non è del club, ma di una società del presidente Pallotta e i metri cubi concessi dal Comune sono di fatto una consistente lottizzazione privata in deroga al Prg». «Da amministratore pubblico e da tifoso» conclude «sono convinto che lo stadio debba essere di proprietà dell’As Roma, che non deve pagare nessun canone, così come è avvenuto per la Juventus e come prevede lo spirito della legge. Ridurre questa discussione ad una dietrologia su fantasiosi incontri, che peraltro in questo caso non ho né richiesto né fatto, è un modo per indebolire il confronto democratico».