27/09/2014 11:17
CORSERA (G. PIACENTINI) - «Dobbiamo pensare solo al Verona, le altre squadre non esistono». Somiglia ad un disco rotto, Rudi Garcia. Guai a parlargli di Manchester e Juventus o di settimana decisiva, perché il rischio è che perda il suo aplomb. «Le gare con Empoli, Cska e Cagliari non erano ugualmente importanti? Non esistono settimane decisive, di decisiva c’è solo la prossima partita, ed è quella col Verona. Sulla tenuta mentale dei miei giocatori sono sereno, anche prima della gara col Cska hanno dimostrato di essere concentrati solo sul campionato. A Parma mi è piaciuto lo spirito di squadra, il gol nel finale può contare molto sul piano psicologico ».
Troppo presto, secondo il tecnico, anche per parlare di sfida a due con la Juventus. «Siamo solo alla quarta giornata, non sarà una sfida solo tra noi e loro. Cento punti per lo scudetto? Quest’anno ne basteranno di meno perché ci sono più squadre che possono inserirsi per la lotta al vertice». Oggi all’Olimpico (fischio d’inizio alle ore 18)si respirerà un’aria particolare perché per la prima volta nella sua carriera Francesco Totti compirà gli anni, 38, davanti ai propri tifosi («Prima di smettere vorrei vincere un altro scudetto, Rudi grande allenatore e grande persona», ha detto ieri).
Garcia, però, non sembra disposto a fare delle concessioni particolari al capitano, che probabilmente partirà dalla panchina. «Saprà se sarà in campo un’ora e mezzo prima della partita. Ci sarà il tempo per gli auguri, ma dobbiamo dire a Francesco la verità: lui pensa di avere 28 anni e non 38. Sul piano fisico è una forza della natura: se non avesse una grande professionalità e una struttura fisica migliore di altri non potrebbe giocare in questo modo ». Il tecnico francese si concede uno strappo alla regola e parla di alcuni singoli. «Per me tutti i giocatori sono ugualmente importanti, ma Pjanic ha fatto vedere la sua grandezza a Parma. Maicon non solo è un campione ma un leader, non abbiamo avuto nessun problema con lui e siamo felici di averlo. Keita ha nel suo dna il gioco di squadra».