19/10/2014 14:23
CORSERA (L. VALDISERRI) - È troppo facile questa serie A a 20 squadre, un campionato poco «allenante», come dice Fabio Capello? Forse. Però la Roma fa appieno il suo dovere, anzi di più, con l’aiuto del Sassuolo che blocca la Juve e compatta la classifica. I giallorossi battono il Chievo segnando tre gol in 33 minuti, dando ragione a Garcia che ci aveva messo la faccia alla vigilia e riuscendo persino a gestire le energie in vista della partita di martedì sera contro il Bayern Monaco. In Champions League non ci sono avversari facili e, per la verità, nemmeno squadre che provano a chiudersi in nove, come ha fatto ieri il Chievo, anche una volta passato in svantaggio. La differenza è sembrata persino umiliante per Corini. C’è da dire, però, che non è semplice trovare contromisure quando la Roma mette in campo la classe di Totti, la voglia di Ljajic e Destro di scalare le gerarchie, la sapienza tattica di De Rossi e la capacità di Garcia di trovare sempre le motivazioni giuste. Il tecnico francese, alla vigilia, non aveva avuto paura di parlare di scudetto, anche se era un venerdì 17. Ha dato il messaggio giusto alla squadra, che, infatti, ha investito il Chievo come un tifone, creando tre occasioni nei primi quattro minuti e passando alla terza, con un colpo di testa in torsione di Mattia Destro. Un gol alla Pruzzo, per i tifosi vintage. Un gol da centravanti puro, per dirla senza tempo. «È stata la nostra risposta sul campo — ha detto Garcia a fine gara —. I giocatori sono stati bravi a fare bel calcio e chiudere la partita in 30 minuti. Poi ci siamo gestiti, c’è una “piccola partita” da giocare martedì. Dite che ho sfidato la jella, parlando di scudetto? La mia può essere una profezia. La risposta la darà il campo, l’atteggiamento che abbiamo avuto contro il Chievo lo dobbiamo avere sempre. Se vogliamo puntare in alto non c’è altro da fare. Martedì, però, c’è il Bayern e sarà un Olimpico di fuoco». A Roma c’è una voglia incredibile di calcio: ieri in 40 mila, martedì in 70 mila. Divertente la coreografia della curva piena di striscioni «rigore», inqualificabile il coro contro Pessotto. Non degno del gioco della Roma, delle ambizioni della società e della grande maggioranza dei tifosi giallorossi. La partita ha dimostrato l’importanza di avere De Rossi, perfetto schermo per la difesa debuttante con Astori e Yanga- Mbiwa. Tutti i centrali difensivi giocano meglio quando c’è in campo il numero 16. Garcia ha azzeccato in pieno anche la scelta di fare giocare Totti, per un’ora. Il capitano giallorosso sta vivendo un’eterna giovinezza e ha regalato assist (per il gol di Ljajic), tiri in porta e passaggi precisi a tutti i compagni. Destro e Ljajic hanno sfruttato al meglio l’occasione che Garcia ha dato loro, segnando e giocando una gara generosa anche in fase difensiva. Il serbo e Totti hanno lo stesso gusto di produrre calcio tecnico e in velocità. Non si può pensare che i veleni di Juve-Roma siano stati esauriti, ma la Roma doveva ripartire e lo ha fatto. La qualità del suo gioco garantisce che lo sprint per lo scudetto durerà davvero tutta la stagione.