16/10/2014 11:40
GASPORT (F. CENITI) - "Sto pensando di chiamare la Gazzetta e vomitare tutto... Almeno non giocano più ‘ste m...».. Aprile 2011, i primi arresti sull’inchiesta del calcioscommesse, condotta dalla Procura di Cremona, sono dietro l’angolo. Massimo Erodiani, il bookmaker di Pescara, e Manlio Bruni, il commercialista di Bologna, chattano su Skype. Sono reduci dal flop su Inter-Lecce, si sono fidati del portiere Paoloni e devono «ai cinesi » 400 mila euro. Frammenti di una combriccola al crepuscolo. L’uno giugno Erodiani e Bruni finiranno nella prima rete tirata dagli inquirenti. Nel 2007 le cose giravano in modo diverso: gli «affari» vanno bene, si parla di cifre milionarie e conti esteri. I rami d’azienda sono calcio e tennis. Lo ribadiamo: non spetta a noi stabilire se le conversazioni siano millanterie o truffe reali. Siamo in una fase istruttoria e quindi vale per tutti la presunzione d’innocenza. Ma poi c’è la cronaca e il dovere d’informare i lettori di una vicenda per certi versi comica e per altri squallida. I protagonisti si esaltano per scommesse andate a buon fine, usano parole in codice (frutta, creme, olive, cioccolatini) e soprattutto trattano lo sport come una merce di scambio. Mettere ordine è praticamente impossibile in una Babele di conversazioni, messaggi e telefonate restituite alla luce dall’incidente probatorio effettuato una decina di giorni fa davanti al Gip Guido Salvini e al pm Roberto di Martino. Toccherà a loro gestire ipotesi di reato e richieste. E alla fine l’inchiesta dovrebbe sdoppiarsi: la vecchia iniziata nel 2011 e la nuova con calcio e tennis.
IL NOME NUOVO - Non tutte le posizioni sono uguali. Nella rete sono finiti dei nomi nuovi: i tennisti (Bracciali in primis, poi Starace e altri in modo indiretto), personaggi non conosciuti e Roberto Goretti, attuale d.s. del Perugia. Oggi pomeriggio darà la sua versione in una conferenza stampa, mentre la società mette le mani avanti: «Escludiamo ripercussioni». Vero: nelle stagioni incriminate Goretti ha indossato le maglie di Arezzo e Como. Resta il fatto che la sua figura appare centrale: sia per le combine del tennis, sia per quelle del calcio. Goretti passa a Bruni il primo ramo d’azienda, mentre sul calcio sforna dritte su dritte. Facendo tanti nomi di colleghi. Goretti non è al momento indagato. E’ probabile che lo diventi in tempi brevi, ma la sua posizione potrebbe anche essere stralciata. Di sicuro la vecchia inchiesta si avvia alla conclusione. Come? Una volta chiuso l’incidente probatorio (29 ottobre), il pm depositerà tutti gli atti ai sensi del 415 (l’ipotesi di reato più grave: associazione a delinquere trasnazionale finalizzata alla frode sportiva), probabilmente prima di Natale. Da quel momento le parti avranno 20 giorni per le controdeduzioni, chiedendo di essere riascoltati, proponendo patteggiamenti e riti alternativi. Di Martino si sente in una posizione forte: il 415 è quasi un invito a farsi avanti. Una volta esaurita questa fase, si passerà alla chiusura inchiesta vera e propria con le richieste di processo per gli altri indagati (oltre 100).
TENNIS E GIUSTIZIA SPORTIVA - Sul tennis vale più o meno quello detto per Goretti: ci sarà una nuova inchiesta che partirà da zero. Di Martino nonostante le difficoltà per la carenza di personale potrebbe decidere di tenere pure questo nuovo filone, legandolo ai fatti e ai nomi nuovi del calcio. C’è poi l’aspetto sportivo: la Procura federale della Figc (Palazzi) e quella del tennis presto busseranno a Cremona per avere le carte necessarie a istruire eventuali deferimenti. Carte che di Martino darà al termine della fase investigativa. Più che «vomitare tutto alla Gazzetta», adesso è necessario farlo con il pm.