07/10/2014 11:56
IL FATTO QUOTIDIANO (F. D'ESPOSITO) - Paolo Cento, che nel cognome ha due punti in meno dell’ultima Juve dei record di Conte, ancora oggi è presidente indiscusso del Roma Club di Montecitorio. Cento, inteso come er piotta, non è più parlamentare ma ieri pomeriggio si è materializzato in un Transatlantico semivuoto nonostante i lavori in aula.
Il Sei Ottobre della Juventus tornata Rubentus per tutti i suoi nemici, non solo romanisti, d’improvviso diventa questione urgente per il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che peraltro è un supertifoso giallorosso. L’arbitraggio di Rocchi come il jobs act, l’articolo 18, il tetto europeo del 3 per cento. Dice l’ex verde Cento, che è anche presidente di Sel: “La Roma si deve interrogare seriamente. Stavolta è stato superato il segno. O c’è una rivoluzione vera oppure bisogna chiedersi: vale la pena di giocare? Basta con l’ipocrisia, oggi il calcio fa girare miliardi di euro, le società sono quotate in Borsa e si fanno investimenti per gli stadi nuovi”. Cento evoca il ritiro degli amati colori dalla massima serie del campionato di calcio. La stessa cosa che sostiene il professore Carlo Taormina, ex berlusconiano di rango: “Ci vuole una reazione forte, uno sciopero, qualsiasi iniziativa, a me piacerebbe che la Roma se ne andasse dal campionato, ma non succederà”. Il sanguigno Tao conferma anche la sua fama di legale iperattivo: denuncerà Rocchi per frode sportiva e qualora non bastasse sullo sfondo c’è la soluzione estrema: “Dopo i tre gol irregolari, c’è da prendere il mitra”. Mai come questa volta, il bar sport del lunedì è apocalittico, epocale. Parafrasando Fukuyama, la fine del calcio come la fine della storia, o viceversa.
Ma tra recriminazioni, minacce e rabbia, nel Palazzo s’impone un serissimo dibattito economico-calcistico sul caso Rubentus- Rocchi. E il deputato del giorno si chiama Marco Miccoli, che nel Pd fa parte di quei bersaniani dialoganti con Renzi. Stamattina Miccoli presenterà una tostissima interrogazione al già citato Padoan nonché un esposto alla Consob: “Si parla tanto degli investimenti stranieri da attirare, ma nel mondo fa più paura l’articolo 18 o lo scandalo di Juve-Roma trasmessa in tutti i paesi? Il calcio è la quarta industria italiana, ha 100 mila iscritti e 10 mila lavoratori, Padoan deve garantire la trasparenza e la legalità degli arbitraggi. Stamattina (ieri chi legge, ndr) la Roma ha perso quattro punti in Borsa, la Juve ne ha guadagnato uno”. In realtà, nel pomeriggio, alla chiusura della seduta a Piazza Affari, Roma e Juve hanno entrambe chiuso col segno meno: due per i giallorossi, zero virgola qualcosa per i bianconeri.
In ogni caso, cosa può fare di concreto il povero Padoan? Miccoli non si scompone e risponde: “Può fare pressioni sulla Federcalcio affinché venga introdotta la moviola in campo come si fa già in altri sport”. Ecco il punto. Il sole dell’avvenire cui tende la nuova rivolta anti-juventina nella Capitale è la moviola in campo. Unisce tutti, da destra a sinistra. Nel solco tracciato da Miccoli si muove Fabio Rampelli della destra di Fratelli d’Italia: “Si utilizzi la moviola in campo e si spazzino via per tutte le squadre almeno quegli errori macroscopici che vengono inspiegabilmente tollerati”. Rampelli pone pure un’altra decisiva questione: la tutela dei soldi dello Stato, e quindi dei cittadini, impiegati nel calcio, a partire dalla difesa dell’ordine pubblico. Anche Rampelli farà un’interrogazione (al sottosegretario Delrio, che ha la delega per lo sport) e i grillini fanno sapere che non intendono discutere della partita in Parlamento. Nel frattempo deputati e senatori si parlano tra di loro più sulle agenzie di stampa che a Montecitorio, che alle cinque della sera continua a rimanere semivuoto. Il sito dell’operoso Roma club Montecitorio fa un comunicato dal titolo: “Vergogna”. Il fronte si allarga all’intera Unione europea. Il leghista Gianluca Buonanno, che ha la sparata facile, sembra quasi sobrio: interrogazione a Strasburgo sull’imparzialità degli arbitri.
IL BUIO ancora non è calato che la seduta è finita e Roberto Giachetti fende il Transatlantico. Renziano, romanista e vicepresidente della Camera. Incrocia un cronista bianconero e fa roteare la mano sinistra nel classico gesto che indica chi ruba. Poi: “Che te devo di’? So’ vicepresidente della Camera... è tutto talmente evidente”. Poco dopo avanza Fabrizio Cicchitto, ultragarantista che vacilla dinnanzi a Rocchi: “Solo la moviola può battere i problemi psicologici degli arbitri”. La cosiddetta buona fede è un tema secondario. Ancora Cento: “Con la buona fede ci fanno cornuti e mazziati”. Esce allo scoperto anche il forzista Ignazio Abrignani, vicepresidente del Roma club: “Pena esemplare per Rocchi”.
Qualcuno ricorda le intercettazioni di Moggi: “Per il Livorno mandatemi Rocchi”. Anno 2004. I tifosi juventini si difendono come possono. Il loro presidente a Montecitorio è Boccia, ma è il suo predecessore, Paniz, che commenta ineffabile: “Non sono contento di Rocchi, ha arbitrato male. Non ha fischiato un rigore su Marchisio, lo ha dato alla Roma per un fallo che ha iniziato Totti e infine ha espulso Morata senza motivo”.