31/10/2014 08:56
GASPORT (M. CECCHINI) - «Non ho un tumore, non ho un cancro: chiedo soltanto rispetto». Dopo settimane di silenzio a parlare è Leandro Castan, al centro di mille funeree illazioni sulla sua salute. E così si racconta. «Grazie a Dio sto bene, non vedo l’ora di tornare a giocare – dice alla tv della Roma – . Il calcio mi è mancato tanto. L’importante è stare bene ed essere felice, ma tra poco torno. È stato un periodo difficile. Prima tanti infortuni alla gamba, dopo un’infiammazione cerebrale, poi un virus intestinale. Ho perso tanti chili, ma non c’era niente di brutto come qualcuno ha detto. La mia vita non è mai stata facile, ma sono pronto per tornare. E con voglia doppia».
Pazienza Nessuno però vuole correre rischi. «Devo avere pazienza, ma questo mi sta dando ancora più forza, più voglia. Sono un guerriero della vita. Dio mi ha dato questa sfida e io l’ho superata. Spero di tornare dopo la sosta per le Nazionali. Sono nelle mani dei medici: quando loro mi dicono di spingere, non mi fermerò più. Il messaggio che posso dare ai tifosi è che tornerò alla grande, più forte di prima».
«La Juve ha paura» Sul campionato ha le idee chiare. «I nuovi difensori hanno dimostrato di essere forti, ma col d.s. Sabatini possiamo stare tranquilli: lui porta solo giocatori bravi, non vedo l’ora di tornare a giocare con loro. La Juve? Difficile parlare di loro, perché quando si affronta l’argomento ci sono polemiche. La strada è lunga, ma la Roma quest’anno è più forte di loro e penso che possiamo vincere lo scudetto. Il match di Torino l’ho visto in tv e volevo spaccare il televisore. Una differenza però l’ho notata: avevano paura di noi. Il Bayern? Dobbiamo vedere dove abbiamo sbagliato e fare meglio. Loro hanno una squadra per vincere la Champions, ma io sono sicuro che la gara di ritorno sarà diversa e che faremo bene. Quando perdiamo non dobbiamo abbassare la testa. Possiamo ancora qualificarci, poi vediamo dove si arriverà. In vista di Napoli, però, dico ai tifosi di lasciare la sfida solo all’interno del campo. La vita è più importante del calcio ». E se lo dice lui, gli si può credere davvero.