20/10/2014 09:51
CORSERA (L. VALDISERRI) - Passano le stagioni (è la tredicesima in maglia giallorossa, 342 presenze in serie A e 34 gol) e cambiano gli avversari, ma Daniele De Rossi è sempre il centro di gravità permanente del gioco della Roma. La qualità di Totti è inarrivabile, la qualità del palleggio di Pjanic risaputa, la media minuti/gol di Destro è la migliore della serie A, le scelte di Garcia sono (quasi) sempre quelle giuste. Lo vedono tutti. Quello che spesso sfugge - ma non certo agli allenatori, fatta eccezione per Zeman - è che De Rossi ha il pregio di migliorare tutti i compagni di squadra, con particolare evidenza se parliamo di difensori centrali. Con lui sembrano tutti fenomeni: da Castan a Benatia, da Astori a Mapou, da Manolas a Romagnoli. L’unica stagione in cui De Rossi non è riuscito ad aiutare davvero i suoi centrali - Kjaer, Heinze, Burdisso e Cassetti - è stata la prima della Roma «americana», quella con Luis Enrique in panchina.
Eppure, al di là dei risultati, il tecnico asturiano è quello che ha potenzialmente allungato all’infinito la carriera di DDR, perchè è stato lui a trasformarlo a tempo pieno in «terzo centrale difensivo », permettendo alla squadra di giocare con due laterali di spinta. Un ruolo perfetto per De Rossi, che per sapienza tattica è già un allenatore in campo. Le cifre della sua stagione dicono che, con lui in campo, la sua squadra cala la saracinesca davanti alla sua porta: Roma- Fiorentina 2-0; Italia-Olanda 2-0; Norvegia-Italia 0-2; Empoli- Roma 0-1; Roma-Cagliari 2-0; Roma-Chievo 3-0. Le cifre della gara contro il Chievo, però, mostrano un centrocampista a tutto tondo e non soltanto un formidabile difensore aggiunto: più palloni giocati: 123 (secondo Maicon: 105). Più passaggi effettuati: 116 (Maicon 84). Miglior percentuale di riuscita: 95,7% (Maicon 90,5%). In più, anche se non rientra nelle statistiche, il calcio di rigore guadagnato.
Oggi, nella conferenza stampa che precede Roma-Bayern Monaco, insieme a Garcia ci sarà proprio De Rossi, che ritrova la competizione più importante dopo lunga assenza. La sua ultima presenza data 8 marzo 2011, ottavo di finale Shakthar Donetsk-Roma 3-0, quando colpì Srna con una gomitata sfuggita all’arbitro ma non alla prova tv, che gli è costata una lunga squalifica. Seydou Keita lo ha sostituito alla grande contro Cska Mosca e Manchester City, ma adesso tocca di nuovo a lui. Lewandowki, Robben, Mueller e Ribery sono il banco di prova più difficile: un’impresa da DDR.