18/10/2014 10:49
GASPORT (D. STOPPINI) - Non serve arrivare fino a Baltimora, negli Stati Uniti, per capire che Rudi Garcia ha cambiato strumento musicale. Lo perdonino i ricercatori della John Hopkins University, che la scorsa estate hanno provato a studiare in quale modo il cervello umano riesce a distinguere la provenienza di un suono. Ecco, che Garcia ieri volesse abbandonare il violino per prendere in mano un tamburo, è stato chiaro da subito, senza bisogno di chissà quali ricerche. Dall’ingresso in sala stampa, con quel passaggio a chiudere la porta prima di sedersi, quasi come volesse evitare interferenze esterne al suo monologo, un modo di pretendere la perfezione intorno a sé.
Contro lo Stadium Quando Garcia ha iniziato con le percussioni — lui che in questa stagione aveva sempre scelto il low profile — sembrava già chiaro l’obiettivo. Anzi, tre obiettivi. Primo, lo Juventus Stadium: «La partita di Torino? Tutto il contrario di una sconfitta. Abbiamo dimostrato di essere forti, abbiamo segnato due gol, potevamo farne altri due. Sono fiero dei miei giocatori. Piuttosto, è stata una vergogna l’accoglienza in tribuna e nei confronti della nostra panchina: quello che abbiamo vissuto è inaccettabile». Serve una traduzione? Garcia è rimasto quantomeno sorpreso che lo schiaffo del tifoso bianconero al preparatore dei portieri Guido Nanni sia stato punito solo con 30 mila euro di multa dal giudice sportivo.
A difesa di Totti E poi, altro giro di tamburo: «Vorrei dire una cosa su Totti. Quando il capitano parla, deve essere rispettato. È un grande uomo di calcio, ha dei valori forti e belli che sono stati traditi. Penso che dopo la partita di Torino abbia avuto un sentimento di giustizia legittimo ». Sentimento espresso a nome della Roma tutta, a caldo dopo il match: la difesa del capitano Totti da parte del tecnico è stata la difesa dell’intero gruppo, che per 10 giorni ha vissuto la singolare posizione del «cornuto e mazziato».
L’avvertenza Infine le ultime bordate: «Ho rivisto la partita, tutto il mondo l’ha fatto, le immagini parlano da sole. Anche i migliori arbitri italiani possono soffrire delle pressioni in gare così. Ma ho visto una Roma più forte della Juve: ho capito che vinceremo lo scudetto, ne sono sicuro. E lo dimostreremo a partire dal Chievo. L’ho detto anche alla squadra. Io sono il capo branco, loro sono i lupi: se c’è uno che si allontana da questa via, io devo prenderlo con me». E qui Garcia ha voluto sì spedire un sms alla Juve, ma soprattutto togliere alibi ai suoi giocatori, stimolando anche chi potrebbe trovare un motivo per mollare la presa. Garcia l’ha tradotta così, pianificando l’intervento dopo 10 giorni di «casino mediatico». E siccome una pensata tira l’altra, va registrata anche quella dello spogliatoio: fascia di capitano a De Sanctis dopo le frasi del portiere alla Gazzetta. Se ne discuteva ieri sera in ritiro, oggi la decisione finale passerà anche per Garcia.